Processo Perfido: "Era un'associazione culturale", così uno degli imputati

Nuova udienza per tre imputati che hanno scelto il rito abbreviato. I testimoni convocati dalla difesa di Morello non si sono presentati

Processo Perfido: "Era un'associazione culturale", così uno degli imputati
TgrTrento
"La nostra era un'associazione culturale, la 'Ndrangheta non c'entra nulla". 
Così Domenico Morello, collegato dal carcere di Palermo dove è detenuto, è intervenuto nel procedimento con rito abbreviato di uno dei filoni di "Perfido",  processo sulle infiltrazioni della 'Ndrangheta nel settore del porfido trentino. Rito abbreviato scelto anche da Pietro Denise e Alessandro Schina; quest'ultimo rinviato di sei mesi per malattia.
Degli otto testimoni citati dalla difesa di Morello - ritenuto dall'accusa il vertice del sistema di infiltrazione - solo due si sono presentati e si sono avvalsi della facoltà di non rispondere: l'ex sindaco di Frassilongo Bruno Groff - indagato nell'altro filone dell'inchietsa - e Giuseppe Paviglianiti (che ha già patteggiato un anno e sei mesi).
Morello potrà ribadire la propria posizione nella prossima udienza del 18 luglio, data per la quale la corte presieduta dal giudice Stefan Tappeiner convocherà d'ufficio i testimoni che non si sono presentati.
Continuerà invece dopo l'estate l'altro filone processuale con 11 imputati. È stato prorogato infatti al 31 agosto il termine per i periti incaricati dal tribunale di tradurre dal dialetto calabrese centinaia di ore di intercettazioni.