In Trentino

Dalla provincia 180 euro a ogni famiglia per la bolletta dell'elettricità

Gli utenti, a prescindere dal reddito, ma solo per le prime abitazioni, si vedranno accreditare il bonus sulla prima fattura del 2023, esclusi coloro che superano i 4,5 kw/h di potenza e i beneficiari dell'assegno unico provinciale

Dalla provincia 180 euro a ogni famiglia per la bolletta dell'elettricità
TgrTrento
La giunta provinciale di Trento ha deciso di aiutare le famiglie trentine a sopportare il caro energia. I rincari dell'elettricità, molto pesanti per le famiglie, saranno mitigati dalla provincia attraverso la concessione di un bonus di 180 euro a famiglia. Ogni utenza, che non supera i 4,5 Kw/h di potenza per l'impianto domestico riceverà il credito sulla prima bolletta del 2023 grazie ad un accordo con le Comunità di Valle. Un aiuto a pioggia dal quale restano escluse soltanto le seconde case, e i soggetti che già beneficiano dell'assegno unico provinciale da 400 a 650 euro in base al numero dei figli. Per questo intervento la giunta provinciale ha stanziato 40 milioni di euro. 
Per quanto riguarda le imprese invece la provincia lavora su un intervento teso ad abbattere gli interessi sui mutui e degli interventi straordinari per permettere alle realtà economiche di sopportare il caro energia. Rimangono attivi e compresi nella manovra anche gli incentivi per l'installazione di impianti fotovoltaici domestici già previsti nei mesi scorsi.
Il provvedimento suscita anche delle critiche. Ugo Rossi, già presidente della provincia, scrive: "Spero si tratti di un errore. Se non è così è vergognoso. A prescindere dal reddito.... è una vergogna, un'ingiustizia e uno spreco.  Neanche ci fossero le elezioni...!"  

Intervengono anche i sindacati trentini. In una nota scrivono che in Trentino l'inflazione è al 10%. Per Cgil Cisl Uil in Trentino è emergenza carovita, servono misure strutturali ed eque. “Assurdo e ingiusto dare il bonus provinciale anche ai ricchi, penalizzando il ceto medio. Così l’autonomia diventa privilegio. La misura della Giunta è iniqua, insufficiente e in ritardo