Reintegro dei sanitari no vax, pareri difformi: chi plaude e chi contesta

L'assessora Segnana: "i rientri alleggerirebbero un sistema sanitario in crisi". Per Ioppi e Pedrotti bisogna continuare ad aderire ai principi deontologici e scientifici di tutela della salute pubblica

Reintegro dei sanitari no vax, pareri difformi: chi plaude e chi contesta
TgrTrento
Reazioni contrastanti, anche a livello locale, dopo che il neo ministro della Sanità Orazio Schillaci ha dichiarato che i medici che sono stati sospesi dal lavoro perché si sono rifiutati di sottoporsi al vaccino anti-Covid saranno reintegrati in servizio prima della scadenza della sospensione, che Draghi e Speranza avevano fissato al 31 dicembre. Servirà un provvedimento specifico. Il rettore uscente di Tor Vergata spiega la scelta con la "preoccupante carenza di personale medico e sanitario segnalata dai responsabili delle strutture sanitarie e territoriali".

Per questa ragione è favorevole anche l'assessora trentina Stefania Segnana, secondo cui i rientri alleggerirebbero un sistema sanitario gravato dalla carenza di personale. In Trentino il personale dell'Azienda sanitaria non vaccinato che è stato sospeso è composto da 157 unità, amministrativi compresi. In particolare sono tra i 70 e gli 80 gli infermieri degli ospedali trentini che non stanno lavorando. A questi se ne aggiunge un'altra manciata, tra RSA e altri presidi sanitari.

In Alto Adige sono 208 i sanitari no vax sospesi, che ora potrebbero tornare a lavorare; 70 solo a Bolzano. E anche il direttore generale della Asl altoatesina Florian Zerzer accoglie con favore l'iniziativa del nuovo Governo di revocare l'obbligo di vaccinazione. Più prudente Antonio Ferro, direttore generale dell'azienda sanitaria trentina: "ne capiremo di più quando uscirà la direttiva".

Non bisogna prendere la materia a cuor leggero, replicano Marco Ioppi e Daniel Pedrotti, rispettivamente presidenti dell'Ordine dei Medici e degli Infermieri del Trentino. Per Ioppi è una scelta che va nettamente contro la deontologia professionale.

Per Pedrotti: "Abbiamo di fronte un inverno in cui influenza e Covid potrebbero toccare duramente i fragili. Richiamiamo i colleghi infermieri a continuare ad aderire a principi deontologici e scientifici di tutela della salute pubblica. L'invito è quello di mantenere la copertura vaccinale anti-Covid".