Stampato a Cles

Il giudice di Trento: "No al sequestro del romanzo di Saviano"

Respinta la richiesta del boss Graviano sul libro stampato a Cles. Lo scrittore: "Ennesima prova che le mafie non temono che si parli di loro, ma il modo in cui lo si fa"

Il giudice di Trento: "No al sequestro del romanzo di Saviano"
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Giuseppe Graviano e Roberto Saviano

Il giudice Enrico Borrelli di Trento ha giudicato inammissibile la richiesta di Giuseppe Graviano relativa al sequestro del romanzo di Roberto Saviano “Solo è il coraggio”, pubblicato nella primavera del 2022.

A rendere pubblica la richiesta definita “urgente” è stato lo stesso scrittore, attraverso i suoi canali social, dove ha diffuso alcuni scatti del documento scritto a mano dallo stesso Graviano, detenuto in carcere a Terni.

La richiesta è pervenuta alla procura di Trento perché il libro è stampato a Cles, dalla Elcograf. Ma quando la vicenda è diventata di dominio pubblico, era già stata presa in esame e bocciata.

Saviano racconta che una delle ragioni per cui Graviano ha chiesto di ritirare l'opera è l'appellativo di “Madre Natura”. "I suoi uomini lo chiamavano così perché aveva il potere di concedere o togliere la vita. Nella querela, invece, il boss Graviano - illustra lo scrittore - mi scrive che quell’appellativo è dovuto al suo “troppo altruismo” e non, come lui sostiene, “al motivo falso redatto nel libro”.

L'ex boss di Brancaccio è detenuto in regime di 41 bis dopo la condanna all'ergastolo. E' ritenuto tra i responsabili del delitto di don Pino Puglisi, tra gli organizzatori degli attentati a Milano, Roma e Firenze del 1993 e, secondo diversi pentiti, colui che ha azionato l'autobomba che ha provocato la strage di via D'Amelio, il 19 luglio 1992, dove perse la vita il giudice Paolo Borsellino.

“Le mafie - conclude Saviano - non hanno paura che si parli di loro, ma temono il modo in cui i loro crimini vengono raccontati”