“Abbiamo fatto tutto quello che si doveva fare per permettere la costruzione dell'oval come previsto dal CIO. Il tempo, tecnicamente, c'è. Ma la copertura dell'Ice Rink è imprescindibile e i costi sono cresciuti dai 50 milioni di euro previsti a novembre scorso fino ai 70-75 milioni attuali. Di fronte a queste cifre, serve senso di responsabilità”. Così il presidente trentino Maurizio Fugatti, a Baselga di Piné insieme al presidente del CONI Giovanni Malagò, ufficializza l'addio alle Olimpiadi 2026 della pista di pattinaggio cembrana.
“La delusione è comprensibile - aggiunge il governatore trentino - come anche la polemica. Ma comunque i 50 milioni di euro sono stati messi a disposizione di Baselga. 29 milioni serviranno per sistemare la piastra del ghiaccio, gli altri 21 saranno utilizzato per l'accordo tra Provincia e Comune, con interventi infrastrutturali sull'altopiano di Piné per i prossimi vent'anni”.
“Se ci fossimo fermati un anno fa - conclude Fugatti - non avremmo avuto questa contropartita”.
Da parte sua, il presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano ribadisce di aver “fatto l'impossibile per difendere questo posto (Piné, ndr). Baselga - continua Malagò - non è una vittima di tutto questo, ma è un caso come ce ne sono a decine nell'organizzazione dei Giochi Olimpici”.
Quindi, l'affondo: “Il CIO aveva tanti dubbi fin dall'inizio sulla sostenibilità di una location come Piné. Noi l'abbiamo difesa fino all'ultimo”.
Prima di congedarsi, ecco l'annuncio che prova a risollevare - almeno in parte - il morale dei pinetani: “Ci candidiamo - dice Malagò - alle Olimpiadi giovanili invernali del 2028 come Lombardia e Trentino. Se vinciamo, faremo il pattinaggio veloce a Piné”.
