Lupo morto a Nago: è stato ucciso da un colpo d'arma da fuoco

Lo ha rilevato l'esame sulla carcassa dell'animale. Enpa: "il bracconaggio è un atto che defrauda tutti i cittadini"

Lupo morto a Nago: è stato ucciso da un colpo d'arma da fuoco
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Immagine di repertorio

E' stato l’esame del veterinario sul corpo dell'animale a rilevare un colpo d’arma da fuoco. 

La carcassa del lupo era stata rinvenuta giovedì 16 febbraio in località Castel Penede di Nago Torbole. L'animale è stato ucciso da un colpo d’arma da fuoco. 

Si tratta del primo caso noto di uccisione di un lupo in Trentino dal ritorno della specie 13 anni fa. Si rendono ora necessari gli approfondimenti a cura dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, che avrà il compito di accertare con precisione le cause della morte dell’animale. Il Corpo forestale trentino procederà con la denuncia contro ignoti.

 "Uno dei temi posti all'attenzione dei Comitati per l'ordine pubblico e la sicurezza e degli incontri con il Ministero è proprio quello della convivenza tra uomo e grandi predatori. Una convivenza che necessita di regole che sono indispensabili perché la loro assenza può produrre atti di autoregolamentazione adottati dal singolo", scrivono in una nota il  presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti e dell'assessora all'agricoltura e foreste Giulia Zanotelli.

“Pronta a denunciare e a costituirsi parte civile” anche l'Ente Nazionale Protezione Animali che definisce gravissimo il reato: "non si può uccidere impunemente un animale, specialmente se appartenente ad una specie protetta - scrive l'Enpa - importantissima per il mantenimento della biodiversità. Ricordiamo che il lupo è particolarmente protetto dalla legge 157/92 e dalle convenzioni internazionali e dalla direttiva europea Habitat. Confidiamo nel lavoro del Corpo forestale provinciale, che saprà condurre le necessarie indagini di polizia giudiziaria, al fine di individuare l'autore del grave reato e assicurarlo alla giustizia". 

"Il bracconaggio è un atto che defrauda tutti i cittadini, perché sottrae loro un patrimonio indisponibile dello Stato, rendendo più povera e più debole quella biodiversità tanto decantata ma sempre messa a rischio dal comportamento scellerato di alcuni. Non accettiamo l'assunto che sia la protezione di queste specie a causare la loro uccisione vigliacca! Quando avvengono questi atti inaccettabili in una società che voglia definirsi civile, la reazione deve essere una sola: più controllo e più severità verso chi infrange le leggi che tutelano l'ambiente, le persone e il nostro diritto a vivere in un territorio ricco di biodiversità. Enpa ha già attivato il proprio ufficio legale per procedere alla denuncia contro il bracconiere e si costituirà parte civile in caso di processo", conclude l'Enpa.