Il Consiglio di Stato dice no all'abbattimento dell'orsa JJ4

Per i giudici di Palazzo Spada la soppressione sarebbe una misura sproporzionata e non coerente con le normative italiane ed europee

Il Consiglio di Stato dice no all'abbattimento dell'orsa JJ4
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Un orso nelle foreste del Trentino

Cosa dicono i giudici

Abbattere l'orsa JJ4 sarebbe “sproporzionato e non coerente con le normative sovrannazionali e nazionali”. Per questo motivo “va sospeso l’ordine di abbattimento dell’animale”.

A scriverlo sono i giudici amministrativi del Consiglio di Stato, terza sezione, che così hanno deciso dopo l'udienza che si è tenuta il 13 luglio.

In due ordinanze, i giudici di Palazzo Spada ricordano tutte le normative italiane ed europee che proteggono l'orso, vietandone “tutte le forme di cattura, sequestro, uccisione deliberata” e permettendo l'abbattimento solo quando “non esista un'altra soluzione percorribile”.

Il Consiglio bacchetta la Provincia di Trento, scrivendo che le decisioni di piazza Dante sono state assunte “senza avere adeguatamente valutato l’efficacia di misure intermedie idonee a salvaguardare l’incolumità pubblica senza sacrificare la vita dell’animale, bene giuridico oggi costituzionalmente protetto”. 

Per questo il provvedimento della PAT “presenta un inaccettabile vizio logico”. E a nulla vale, osservano i giudici lamentare "la mancanza di adeguate strutture per l’accoglimento e la gestione di animali problematici”.

L'amministrazione provinciale dovrà invece valutare “anche l’ipotesi del trasferimento in una struttura diversa da quelle di proprietà della Provincia, eventualmente anche fuori dal territorio nazionale”.

Immediate, dopo la pubblicazione dell'ordinanza, le reazione della galassia animalista, a cominciare dalla Lav, che ricorda di essere “da settimane pronta ad avviare il trasferimento dell’orsa in piena sicurezza e a spese dell’associazione nel rifugio in Romania, dove le sarà garantita la miglior vita possibile”.

Il commento dal presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti

“È un’ordinanza che ci lascia perplessi, e che ci fa chiedere se valga di più la vita di un animale o quella di un essere umano. Dopo tutto quello che è accaduto, il dolore ed il lutto, le preoccupazioni della nostra comunità, mi chiedo se c’è ancora rispetto della vita umana, ma anche nel confronti delle comunità montane trentine, costrette a convivere quotidianamente con la presenza di esemplari pericolosi che mettono a rischio la sicurezza pubblica. Lo spirito dell’odierna ordinanza del Consiglio di Stato è lo stesso di quella che impedì la cattura di JJ4, resasi poi autrice lo scorso aprile di un’aggressione mortale. Nelle prossime ore analizzeremo in dettaglio ogni risvolto giuridico di quest’ultimo atto, ma al di là di quanto deciso oggi dal Consiglio di Stato posso assicurare che assieme a tutta la Giunta continueremo a lavorare per assicurare la massima sicurezza alla comunità trentina, consapevoli e convinti che l’unica via per garantirla appieno sia quella di provvedimenti veloci e puntuali che rendano possibile anche l’abbattimento degli esemplari pericolosi”.

Il commento all'ordinanza della famiglia di Andrea Papi

"Ci sarebbe piaciuto vedere la stessa sensibilità nei confronti del nostro amato figlio, e lo stesso movimento di persone".

 Queste le parole di Carlo Papi, padre di Andrea,  ucciso dall'orsa Jj4 lo scorso 5 aprile. "Noi rispettiamo, ovviamente, la decisione dei giudici ma ci teniamo a tenere alta l'attenzione sul caso di Andrea che non può e non deve passare in secondo piano. Tramite i nostri legali stiamo seguendo gli sviluppi delle indagini della Procura di Trento, sul cui lavoro riponiamo la nostra massima fiducia, e andremo fino in fondo per ottenere giustizia".