Trento, respinta alla maturità la studentessa riammessa all'esame dal Tar

La ragazza, insufficiente in cinque materie al liceo Da Vinci, aveva presentato ricorso contestando l'assenza dei previsti corsi di recupero. I professori scrivono al Ministro dell'Istruzione: "ci siamo sentiti umiliati"

Trento, respinta alla maturità la studentessa riammessa all'esame dal Tar
Tgr Rai Trentino
Studenti impegnati in una prova della maturità

Alla fine è sta bocciata all'esame di maturità la studentessa del liceo scientifico Da Vinci di Trento ammessa con riserva alla prova suppletiva nonostante cinque insufficienze, dopo un ricorso al Tar.

In ogni modo, il Tar si pronuncerà definitivamente sul ricorso con la Camera di Consiglio convocata per il 27 luglio.

Alla base del ricorso dei genitori della studentessa, il fatto che non sarebbero stati organizzati i previsti corsi di recupero per le materie in cui non aveva ottenuto la sufficienza nel corso dell’ultimo anno scolastico: diritto, fisica, italiano, matematica, scienze.

E inoltre il fatto che la ragazza avrebbe nel frattempo già superato l’esame di ammissione all’Università di Trento per il corso di laurea in Economia Aziendale. 

“Una situazione faticosa", ha commentato la preside del Da Vinci di Trento, Tiziana Rossi. ”Nonostante il quadro di partenza molto chiaro, ci siamo attenuti alle decisioni del giudice. Un caso di sfiducia nei professori che però non sminuisce il grande operato quotidiano dei docenti trentini". 

Sulla stessa lunghezza d'onda Alessio Marinelli, insegnante di matematica e fisica del liceo Da Vinci che il 10 luglio ha inviato una lettera al Ministero dell'Istruzione, lettera che ha ricevuto il supporto di 110 firme di colleghi.

Vedo sempre più ragazzi rincorrere strade facili, aiutati dalle famiglie e dalla società a cercare escamotage per andare avanti, nella visione superficiale di un mondo nel quale devi dimostrare quanto sei furbo e non quanto vali. Cosa deve insegnare la scuola? - si legge nella lettera - me lo domando mentre vedo la mia categoria umiliata da una decisione che la sorpassa e le toglie autorevolezza”. 

"Il punto, signor Ministro, non è il caso specifico che avrà in un modo o nell'altro la sua conclusione. Il punto è la scuola e il suo futuro", si legge nella lettera in cui si chiede "di riportare la figura dell'insegnante al centro della scuola cominciando dalle piccole cose, cercando di valorizzare con i fatti il nostro impegno ed evitando situazioni svilenti". 

"La sospensiva del Tar - ancora la lettera - "è uno schiaffo alla credibilità dell'insegnante". Inoltre, prosegue il docente, "il decreto mette in difficoltà la serenità di giudizio del corpo insegnante. Chi avrà più la forza, il coraggio, la tenacia di affrontare una scelta dolorosa, ma a volte necessaria, come una bocciatura? In terzo luogo, trovo che sia un segnale didatticamente e umanamente sbagliato. È infatti durante quell'età che si consolidano il senso di giustizia e il senso del dovere, bagagli necessari per affrontare le sfide del futuro. Trovo altresì deplorevole l'idea che basti avere un buon avvocato, l'idea dell'essere disposti a tutto pur di farla franca. No Signor Ministro, questo non credo sia il giusto insegnamento da dare ai ragazzi". 

Altra richiesta è di "rivedere i test d'ingresso universitari. Durante il quinto anno molti studenti sono praticamente dei fantasmi", si legge nella lettera, in cui si evidenzia che "anticipare i test a gennaio e febbraio è uno schiaffo alla dignità del sistema scolastico secondario". 

Qui nel video il servizio di Lucio Fava del Piano