Sulla Translagorai per conoscere il progetto della discordia
Sei le malghe che entro il 2020 saranno ristrutturate negli 85 km del trekking. 20 i posti letto al massimo per struttura. L'abbiamo visitate con il dirigente della Provincia Claudio Ferrari per capire che effetti avrà il progetto
"Nella prima porzione dell'edificio ci saranno le camerate. A piano terra e al primo piano. Poi in fondo il ricovero degli animali"
Siamo all'interno di malga Lagorai. Provincia e Sat la vorrebbero ristrutturare ricavando 20 posti letto, in camerata. E realizzare un punto ristoro, spartano, nella casera a fianco.
"Si parla spesso dell'Alto Adige poi quando proponiamo un modello analogo ti saltano addosso", lamenta Claudio Ferrari, dirigente del servizio Aree Protette.
Per i 16mila iscritti al gruppo "Giù le mani dal Lagorai" è infatti a rischio l'ultimo angolo incontaminato del Trentino. Aprendo la strada al turismo di massa.
"Qui masse non ne avremo. Qui avremo poche persone, che devono guadagnarsi i sentieri con fatica e con lentezza"
Nulla più, sottolinea Claudio Ferrari, di un letto e un pasto caldo per chi affronta la translagorai, 85 km tra il Manghen e le Pale di San Martino. Un trekking oggi per pochi, 2-300 appena l'anno, calcola la Sat.
Ecco il progetto. Un domani, entro il 2020, con la ristrutturazione di 5-6 malghe potrebbero essere di più. Sono di proprietà dei comuni o della Magnifica comunità di Fiemme. Come malga Valmaggiore dove i lavori sono già iniziati. Il capocantiere Giuseppe Guadagnini
"Sono quasi obbligati visto lo stato di degrado della baita qua in Valmaggiore è avanzato"
Ci mostra le crepe, dice che se non si fosse intervenuti tra 10 anni questa malga dovrà essere abbattuta.
I contrari al progetto dicono che i veri frequentatori della Translagorai non scenderebbero mai di 4-500 metri di quota per soggiornare in queste malghe.
Per la Sat invece non ci sono alternative viste le difficoltà a tenere puliti ed efficienti i bivacchi. Di certo il progetto sulla Translagorai non è Serodoli. Lì si volevano realizzare impianti, qui riconvertire malghe. Preservando il Lagorai da ben altre mire.
"Io credo al contrario che proprio questo progetto possa essere un elemento di freno rispetto a sviluppi futuri" conclude Ferrari.
Siamo all'interno di malga Lagorai. Provincia e Sat la vorrebbero ristrutturare ricavando 20 posti letto, in camerata. E realizzare un punto ristoro, spartano, nella casera a fianco.
"Si parla spesso dell'Alto Adige poi quando proponiamo un modello analogo ti saltano addosso", lamenta Claudio Ferrari, dirigente del servizio Aree Protette.
Per i 16mila iscritti al gruppo "Giù le mani dal Lagorai" è infatti a rischio l'ultimo angolo incontaminato del Trentino. Aprendo la strada al turismo di massa.
"Qui masse non ne avremo. Qui avremo poche persone, che devono guadagnarsi i sentieri con fatica e con lentezza"
Nulla più, sottolinea Claudio Ferrari, di un letto e un pasto caldo per chi affronta la translagorai, 85 km tra il Manghen e le Pale di San Martino. Un trekking oggi per pochi, 2-300 appena l'anno, calcola la Sat.
Ecco il progetto. Un domani, entro il 2020, con la ristrutturazione di 5-6 malghe potrebbero essere di più. Sono di proprietà dei comuni o della Magnifica comunità di Fiemme. Come malga Valmaggiore dove i lavori sono già iniziati. Il capocantiere Giuseppe Guadagnini
"Sono quasi obbligati visto lo stato di degrado della baita qua in Valmaggiore è avanzato"
Ci mostra le crepe, dice che se non si fosse intervenuti tra 10 anni questa malga dovrà essere abbattuta.
I contrari al progetto dicono che i veri frequentatori della Translagorai non scenderebbero mai di 4-500 metri di quota per soggiornare in queste malghe.
Per la Sat invece non ci sono alternative viste le difficoltà a tenere puliti ed efficienti i bivacchi. Di certo il progetto sulla Translagorai non è Serodoli. Lì si volevano realizzare impianti, qui riconvertire malghe. Preservando il Lagorai da ben altre mire.
"Io credo al contrario che proprio questo progetto possa essere un elemento di freno rispetto a sviluppi futuri" conclude Ferrari.