La storia di Abdallah, arrivato in Italia l' 11 settembre

Vive a Cles, integrato nella comunità locale. Nato in Marocco, era sbarcato in un giorno particolare, quello dell'attentato alle Torri Gemelle. Sul presepe, dice: "Ogni paese ha la sua storia, non deve rinunciare alla propria identità".

La sua storia in Italia comincia in un giorno davvero particolare, tra i controlli doganali- e non solo - dell' 11 settembre 2001.

Dal Marocco fino a Cles, in valle di Non. Qui - tra i meli - i musulmani sono l'11% dei circa 6 mila abitanti. 

In Val di Non ci apre le porte della sua casa. Racconta del suo impegno con la Croce rossa, con la squadra di pallavolo, con il comitato per la rinascita del suo quartiere.
 
Parla di integrazione, Abdallah, e porta come esempio quello del presepe. "Ogni paese - dice - ha la sua storia, non deve rinunciare alla propria identità". 

Il problema dell'integrazione: per costruirla, ci scherza su, ha perfino imparato il dialetto trentino, con la complicazione - spiega - che cambia da vale a valle, persino da paese a paese.

Il Trentino ha una dimostrato grande capacità di accoglienza, spiega Osvaldo Costantini, ricercatore per FBK del centro studi religiosi.

Esperto di migrazioni, ha analizzato le presenze straniere sul territorio, le loro fedi e le loro culture, dagli ortossi etiopi e rumeni, ai pentecostali, gli evangelici, poi i musulmani di Cles e Trento.

Da studioso, Costantini, ne è convinto: il Trentino ha lavorato per non creare differenze nell'accesso ai diritti tra italiani e immigrati, spesso prima fonte di conflitto.