La Cgil: "Reddito di cittadinanza, salviamo l'autonomia trentina"

Dalla segreteria confederale interviene Grosselli: "Fugatti sbaglia quando dice che non esistono altre misure per i poveri, qui abbiamo l'assegno unico"

"Per noi le dichiarazioni di Fugatti sono sbagliate quando dice che il reddito di cittadinanza resta l'unico strumento per i poveri: in Trentino abbiam già uno strumento, dentro l'assegno unico, tarato sulla nostra realtà locale e più efficace". Dalla Cgil il segretario confederale Andrea Grosselli prende in esame quanto trapelato sul reddito di cittadinanza, in attesa del decreto governativo.

L'accesso al sostegno al reddito al momento in Trentino è legato all'aver lavorato almeno 3 mesi di recente; gli altri casi possono ottenere la presa in carico dai servizi sociali - "più adeguata" commenta Grosselli "per chi soffra ad esempio di dipendenze o problemi di gestione dei risparmi" - ; mentre il nuovo reddito di cittadinanza sarà automatico, regolato in base all'indicatore Isee anzichè all'Icef e a un reddito annuo a nucleo familiare più alto. "Verosimilmente - prosegue - ci saranno più beneficiari e costerà più dei 25 milioni l'anno attuali. Poco attuabile - aggiunge - il nuovo obbligo di accettare un lavoro a centinaia di km: difficile - spiega - che le aziende abbaino interesse, potrebbero ritrovarsi lavoratori poco motivati".

Poi il requisito di 10 anni di residenza in Italia: "La giurisprudenza europea - precisa - considera generici beneficiari gli extracomunitari residenti da 5 anni; ancora in dubbio - aggiunge - dove presentare la domanda, visto che sono coinvolti Poste, Caf e Inps".

L'invito è a non rinunciare alla specificità trentina, armonizzandola col nuovo intervento statale, come era stato fatto in passato con il Rei, il reddito d'inclusione.
 
Uniti i tre sindacati nel constatare che, siccome il reddito di cittadinanza sarà pagato da Roma, si potrebbero usare i 25 milioni risparmiati dall'assegno unico per un welfare che guardi agli anziani e ai servizi all'infanzia.