"Le nanotecnologie ci salveranno dai pesticidi"

Tra Verona e Rovereto opera una start up che ha un piano ambizioso: ridurre la quantità di pesticidi in agricoltura attraverso le nanotecnologie

"Se io utilizzo un kg di pesticida per ettaro, posso ridurlo a 10 grammi"
Un rapporto di 1 a 100. Ma non è fantascienza, assicurano Marta Bonaconsa e i suoi due soci. Sono biotecnologi. A Verona hanno un laboratorio, a Rovereto la sede, negli spazi hightech dell'ex Manifattura. Hanno brevettato un guscio organico per incapsulare i pesticidi. Così, spiegano, la pianta malata lo assimila più facilmente e i dosaggi possono calare drasticamente.  
"Il nostro sistema prevede una maggiore specificità. Dove serve, quando serve. E soprattutto se serve. E quindi a seconda del tipo di coltura, a seconda del tipo di patologia quindi la botrite, la peronospera nella vite ad esempio"
Pillole diverse, sempre da spruzzare con atomizzatori o magari con droni, ma tutte indorate con un guscio di polisaccaridi, di zuccheri.
"E quindi biodegradibili e biocompatibili con i prodotti"
E sono altrettanto efficaci?
"Le prove che abbiamo fatto dimostrano che possono andare a sostituire parzialmente la chimica e portano benefici alla frutta e alla pianta stessa"
Un'endovena di fitofarmaci. E non una semplice doccia.
"Generalmente vengono erogate grandi quantità di prodotti anche dove non è necessario. Con effetti anche sugli insetti pronobi"
Un guscio di nanoparticelle lo stanno studiando anche contro la Xylella, il flagello degli ulivi. Ma il vero test sarà il passaggio dal laboratorio al campo. E le risposte arriveranno dalle vigne, in Valdobbiadene, dove stanno sperimentando un primo protocollo.