Dal Sessantotto alle marce per il clima. "Serve energia per il cambiamento"

Dibattito al Nest di Trento sull'eredità del Sessantotto. Protagonisti l'ex presidente della Camera Bertinotti, il politico Marco Boato, l'attrice Andela Demattè e il giornalista Massimo Bernardini. Dalle forme di protesta di ieri a quelle di oggi

"Resta l'esperienza di chi l'ha vissuta, che ha vissuto un sogno e ha realizzato un cambiamento profondo nella società in una lotta di operai e studenti che ha cambiato la scena della politica" 

Con il sottofondo di Bob Dylan, un pubblico attento ed eterogeneo ha affollato il Nest di Trento per ascoltare Fausto Bertinotti e Marco Boato, due tra i protagonisti del Sessantotto, una stagione che continua ad affascinare e far discutere.

Al loro fianco, l'attrice Andela Demattè e il giornalista Massimo Bernardini, che sottolinea: "Nei mass media il sessantotto gode di una mitologia abbastanza semplificatoria mentre secondo me è stata una grande domanda, che cercava delle risposte e viene ridotto in realtà a disordine"

Uno dei semi della rivolta arrivò proprio dal capoluogo trentino. Lo ricorda Marco Boato "In quegli anni la città di Trento con rispetto parlando perché la amo molto era una città un po' grigia un po' chiusa, poco vissuta alle 7 di sera non si trovava più nessuno nella strada. La presenza del movimento studentesco l'ha molto modernizzata molto innovata"

E si guarda al presente, alle forme di protesta di oggi, dall'ecologia ai Gilet gialli: "Questi fenomeni - conclude Bertinotti - sono di grande interesse quello che non c'è oggi è la capacità di raccogliere questi immensi conflitti e trasformarli in una energia di cambiamento".