M49, vita da vegetariano per l'orso in fuga

E' ricercato da tre settimane. "Qui ha trovato un ambiente ricco di mais, uva frutta e ha cambiato regime alimentare" spiegano i forestali

"Vedi, devo liberare gli asini uno alla volta perchè altrimenti scappano" 
Paolo Betti gestisce il rifugio in Maranza, al centro dell'area in cui da 3 settimane si aggira l'orso M49, dopo la sua rocambolesca fuga dal centro faunistico del Casteller. 

"Non mi manca gente, anzi -spiega- ma non vedo passaggio qua sulla montagna, gli escursionisti"

Poco distante da dove sono state ritrovate nei giorni scorsi le orme di M49, un'area attrezzata per i turisti: "Non c'è nessuno che usi le griglie per la grigliata, nessuno".

Eppure carne, da quando è riuscito a evadere, M49 non ne ha più toccata. Nessuna predazione denunciata.

"Qui ha trovato un ambiente ricco di mais, uva frutta e ha cambiato regime alimentare" spiega il dirigente del servizio foreste e fauna Giovanni Giovannini.

Complice il raccolto di agosto, insomma, l'orso è diventato vegetariano.
I forestali stanno mappando i suoi spostamenti, per capire dove posizionare le trappole. Una pattuglia con fucili è attiva la notte. 

Nei 14mila ettari su cui si muove il plantigrado, tra Trento e la Valsugana, sono allarmati anche i 400 produttori di miele della zona, già alle prese con la crisi delle api legata al cambiamento climatico. Elena Belli è la loro presidente: "Non ho paura, ma aspettiamo indicazioni su come convivere. Anche stasera dovrò fare delle operazioni all'imbrunire che è l'ora in cui si l'orso può circolare".