Il dopo Vaia. "Più poteri ai sindaci, altrimenti i tronchi resteranno lì"

Per i Comuni non è sempre facile liberare i boschi nelle aree colpite da Vaia. Emblematico il caso di Vignola Falesina dove la maggior parte del territorio appartiene a privati e per il sindaco è tutto più complicato

La differenza è netta: dove il bosco è di proprietà degli usi civici o delle comunità, il taglio e recupero del legname procede spedito; dove invece il frazionamento appartiene ai privati tutto appare desolatamente fermo.

A Vignola Falesina, salendo verso la Panarotta, ci sono quasi 50.000 metri cubi di legname riverso a terra, tutto su particelle private. E' il problema più grande con cui ha a che fare quotidianamente Danilo Anderle, primo cittadino di un Comune con solo 173 abitanti e un territorio di 12 chilometri quadrati. 

Qui il Vaia - come lo chiamano da queste parti - ha fatto strage di alberi ma il sindaco ha le mani legate perché l'amministrazione non si può sostituire ai privati nell'organizzare il taglio e il recupero dei tronchi.

La soluzione ci sarebbe, ma comporterebbe un intervento della Provincia per dare pieni poteri al sindaco di agire in una situazione di urgenza/emergenza.

Il pericolo naturalmente, oltre all'esigenza di riordinare il bosco, è quello che gli abeti vengano infestati dal bostrico e perdano completamente il valore di mercato.