Giornata Mondiale dell'Alzheimer, in Trentino dai sei agli ottomila malati

Una malattia molto difficile da diagnosticare, con sintomi simili a quelli fisiologici dell'invecchiamento. Non esiste una terapia farmacologica, ma i medici credono nella prevenzione

Un nome che sfugge, un oggetto di uso quotidiano che non si trova più o che non si sa più come far funzionare.
Sintomi non insoliti, dopo i 60/70 anni. Da archiviare come segni dell'età o prime indicazioni di Alzheimer? La diagnosi è difficile e infatti sui numeri dell'Alzheimer c'è sempre margine di incertezza, spiega il neurologo Pierluigi De Bastiani 

Il problema della diagnosi è quella di discernere fra questi due aspetti: l'aspetto della fisiologia dell'invecchiamento che è del tutto naturale, e la patologia che poi andando avanti diventerà demenza conclamata

La ricerca di una terapia farmacologica per l'Alzheimer - almeno 150 le molecole studiate negli ultimi anni - è stata uno dei più grandi fallimenti della medicina dell'ultimo mezzo secolo, dice De Bastiani. Ma l'ipotesi di una correlazione fra Alzheimer e malattie vascolari fa ben sperare su una possibile prevenzione:

In primo luogo la prevenzione dei fenomeni di ipertensione, di diabete, uno stile di vita corretto, l'assenza di fumo e soprattutto l'introduzione di uno stile di vita attivo (con dei programmi motori anche in tarda età) servono sia a prevenire le malattie vascolari e cardiovascolari in genere sia a prevenire il passaggio da malattia di Alzheimer a demenza di Alzheimer