I 90 anni di Cesare Maestri. "L'impresa più grande è saper invecchiare"

Cesare Maestri si racconta a 90 anni. Abbiamo incontrato il Ragno delle Dolomiti nella sua casa a Madonna di Campiglio

"In montagna la persona più brava è quella che diventa vecchio"
Cesare Maestri a 90 anni non molla la presa. Solo che quelle mani, che hanno scalato oltre 3000 pareti, ora le tiene strette al girello
Iniziò per caso, lui che era figlio di attori, e presto divenne un fenomeno. Scrisse pagine memorabili di alpinismo negli anni '50 e '60.
"Il vuoto mi dava una sensazione di libertà"  
I movimenti, le parole del "Ragno delle Dolomiti" hanno il ritmo dettato dall'età, ma il guizzo negli occhi, la spavalderia, è quella dei giorni migliori. Quando prima di scendere da pareti che sembravano impossibili gettava la corda nel vuoto.
Non ha mai avuto paura di morire?
"No mai perché sapevo di esser bravo"
Bravo, incredibilmente bravo. Eppure Ardito Desio nel '54 non lo portò sul K2 per la mitica spedizione italiana. Il motivo ufficiale fu che non superò le visite mediche. La verità è un'altra, racconta oggi, tutta politica.
"Io ero di sinistra e Ardito Desio era un po' fascista. M'han sempre odiato"
Un maccartismo in salsa italiana. La conversazione vira inevitabilmente sul Cerro Torre, la polemica più longeva della storia dell'alpinismo. Per sua Maestà Reinhold Messner il "Ragno delle Dolomiti" nel 1959 non raggiunse la vetta. E ha pronto un film per smentirlo. Maestri invece da 60 anni difende quella conquista. La difende in solitaria, come le sue imprese migliori. La montagna maledetta, che si portò via un compagno di scalata, Toni Egger, e un po' del suo sorriso.
"Preferisco non parlare del Cerro Torre perché per lei ho perso tante cose"
Ora le montagne - le sue Dolomiti di Brenta - le guarda da lontano, ma senza rimpianti, dice. 
Per cosa le piacerebbe essere ricordato?
"Perché sono riuscito a diventare vecchio. L'impresa migliore è quella di saper invecchiare"