Esperti Usa in Trentino: "Lupi e orsi necessari per l'equilibrio forestale"

Ricercatori americani dal parco di Yellowstone ospiti alla Fondazione Mach: "Troppi erbivori come i cervi possono bloccare il rinnovamento della flora. I predatori, se li seguono, limitano questo impatto". Un possibile modello anche per il Trentino

Dalle Montagne Rocciose alle Dolomiti, al centro della scena ci sono sempre loro i grandi carnivori.

In America come in Europa, meno insediamenti in montagna significano più libertà di movimento per gli animali. Le migrazioni cambiano rotta, e la presenza dei carnivori come lupi e orsi, si adegua. La ricercatrice Francesca Cagnacci:

"Il Trentino è una palestra di questo fenomeno molte delle nostre montagne sono state abbandonate nella prima metà del 900 provocando quindi un grande aumento della zona forestata, degli ungulati e recentemente di grandi carnivori quello che noi dobbiamo fare è non farci trovare impreparati ma avere dei modelli che provengono da altre aree"

Osservando gli spostamenti nel parco di Yellowstone, la presenza dei carnivori si rivela un fattore chiave per l'ecosistema. Gli erbivori più affamati, come i cervi, se troppo numerosi possono infatti creare un impatto forte sul rinnovamento forestale. E lì, la presenza di uno o più predatori consente non solo di controllare la popolazione, ma di ristabilire un equilibrio naturale tra flora e fauna. Un effetto da considerare anche in Trentino, nelle zone di nuova colonizzazione

Peter Hudson, professore della Penn State University: "Credo sia meraviglioso avere questi magnifici carnivori che ritornano nell'ecosistema, sono parte della nostra storia e del sistema naturale. Non c'è nulla di cui preoccuparsi dobbiamo solo sviluppare un sistema in cui vivere, tutti insieme".