Grosselli (Cgil): "Più risorse per le fasce deboli"

Il sindacato chiede maggiore sostegno a chi è in difficoltà. "Per non fare la fame ora e perché alle prime riaperture non cali la domanda"

Risorse per i trentini in difficoltà. Per non fare la fame ora e perché alle prime timide riaperture delle fabbriche non si registri una crisi della domanda. E' la richiesta della Cgil:

Dei 4 milioni stanziati dalla  giunta provinciale, 2 andrebbero nelle tasche dei lavoratori. Sono insufficienti

dice il segretario Andrea Grosselli

Abbiamo uno strumento attivo, il documento di politiche del lavoro, che prevede l'integrazione provinciale al reddito sulla cassa integrazione e dobbiamo anche elaborare uno strumento di sostegno e integrazione e al reddito di chi percepisce le indennità statali, i famosi 600 euro


Così si potrebbero aiutare le 17mila partite Iva individuali e gli stagionali che, senza turismo, sono a casa. 

Il costo della vita a Trento è più alto che in altre città italiane 

Altra proposta, potenziare l'assegno unico:

Ci sono, certificati, i nove milioni di risparmio della Provincia su bonus nido e bonus bebè


Soldi fermi, perché poi sono arrivate le misure statali e nel frattempo gli asili sono stati chiusi.

Darli alle fasce deboli sarebbe darli ai loro figli. Togliendo per ora il requisito dei 10 anni di residenza in Trentino, come è stato fatto per il bonus cibo statale: sono limiti discriminatori che colpiscono le famiglie più deboli.