"Trento si aiuta", storie di volontari ai tempi del coronavirus

Sono stati centinaia i volontari nella sola città di Trento che, da quando è esplosa l'emergenza Covid, si sono messi in gioco per aiutare gli altri. Abbiamo raccolto la testimonianza di due di loro

Incontriamo Giorgia e Edoardo al parco del ponte dei Cavalleggeri di Trento. Le loro storie sono un esempio delle tante modalità nelle quali si è declinato il volontariato in città da quando è esplosa l'emergenza coronavirus. Una grande rete solidale già esistente a Trento, ma che si è ampliata e fortificata per rispondere a nuovi bisogni di assistenza, soprattutto per anziani e persone fragili.

Giorgia Depaoli è una volontaria nuova: quando è stata attivata la piattaforma "Trento si aiuta" e il servizio "Resta a casa passo io" non ha esitato e si è messa in gioco.

Aiutare gli altri, d'altronde, fa parte del background di Giorgia Depaoli che da 20 anni è una cooperante internazionale e si occupa di diritti delle donne. L'avere lavorato anche in contesti di guerra e in paesi alle prese con crisi strutturali e persistenti nel tempo, come Mali Libano Siria Iraq e Somalia, le consente uno sguardo non scontato sulla gestione dell'emergenza coronavirus.

Qui, come all'estero, il volontariato e l'aiutare i più fragili - dice Giorgia - è un'opportunità da non lasciarsi sfuggire.

Anche Edoardo Benuzzi questo lo sa bene. Lui, presidente dell'Auser di Trento, associazione che aiuta le persone anziane, ha abbracciato il volontariato da anni e il suo augurio è che l'esercito degli oltre 700 volontari nato a Trento per far fronte ai problemi legati al coronavirus non si disperda una volta terminata l'emergenza ma anzi diventi un esercito permanente. 

In questi mesi Benuzzi ha tenuto aperto l'ufficio dell'Auser che ha ridotto alcune attività ma non si è mai fermato e, lavorando a fianco degli operatori di Pronto Pia, ha risposto a tante richieste di aiuto, sanitarie in primo luogo.

Nel video le interviste a Giorgia Depaoli e Edoardo Benuzzi.