Anffas e coronavirus, le "barriere" che impediscono di riaprire

Ci vorrà ancora tempo per consentire le visite presso i centri residenziali di Anffas Trentino, mentre è stato già varato il protocollo per i centri diurni. Per la riapertura però serve l'attivazione da parte delle Comunità di Valle

Un servizio che manca da più di due mesi. Con la chiusura causa Covid dei centri diurni di Anffas Trentino Onlus, 370 ragazzi e utenti con disabilità intellettiva e relazionale hanno perso il filo con la loro quotidianità perché - ci raccontano le mamme - spesso si pensa alla fatica dell'assistenza in famiglia ma l'aspetto più doloroso è lo stato d'animo in cui vivono gli utenti.

A questo si affianca lo stress psico/fisico che grava soprattutto su molte madri chiamate ad un'assistenza incessante. Eppure il protocollo per la ripartenza è pronto e condiviso dalla task force Anffas nazionale. 

Ma per riaprire le porte serve l'attivazione dei servizi sociali di 15 Comunità di Valle. Farsi gabbare dalla burocrazia per il presidente di Anffas Trentino, Luciano Enderle, in questo momento sarebbe un pericolo troppo grave da superare.

Nel video l'intervista integrale a Luciano Enderle andata in onda in Buongiorno Regione, intervistato da Silvano Ploner.