Parola d'ordine "distanziamento sociale": però è sbagliata

Espressione dal sapore arcaico, risale infatti al tempo dei sanatori, e fuorviante, visto il significato assunto dal termine "sociale" nella nostra società. Per il professor Dario Fortin, meglio parlare di distanziamento fisico

"E' una parola sbagliata perché è un po' antica, è stata inventata ai tempi dei sanatori".

L'espressione distanziamento sociale non piace a Dario Fortin, docente dell'università di Trento, che preferisce parlare di distanziamento fisico. E non è una questione meramente semantica.

"La parola sociale - spiega - ha acquistato un significato molto importante per la nostra vita".

Un significato che si sostanzia nelle decine di migliaia di professionisti e nei milioni di volontari che in Italia lavorano nei campi dell'inclusione e dell'integrazione sociale. Un mondo che nelle settimane dell'epidemia ha forse cambiato pelle, ma non si è fermato.

"Tutte le associazioni - ricorda Fortin - le cooperative, le comunità di accoglienza, i centri di recupero, che siano per disabili, per tossicodipendenti o per persone fragili, hanno continuato a lavorare, dando dei servizi essenziali, perché altrimenti queste persone sarebbero rimaste ancora più escluse".

Ma proprio la pandemia ha esteso la necessità di inclusione sociale oltre i tradizionali confini delle fragilità. Per questo, secondo il professore, servirà "un nuovo welfare state rinnovato che vada nella direzione di rafforzare la sanità, il sociale, la scuola, l'ambiente, la cultura, che sono i settori che erano considerati quelli improduttivi e che in realtà sono quelli che possono dare le basi per costruire una nuova casa comune".