Da Ala al Guatemala. Sulle tracce di Angelito (e delle gang di strada)

Un libro che racconta una storia tragica, di violenza e impunità. "Angelitos" è il quarto romanzo di Martina Dei Cas

Chi è Angelito?

Angelito Escalante è un ragazzo di 12 anni che sognava di diventare architetto ma non potrà realizzare questo sogno perché nel 2015 è stato rapito da scuola e ucciso da una gang di strada

Martina Dei Cas ha 29 anni, già quattro romanzi e nessuna paura di rivelare troppo dell'ultima fatica. Perché a soccorrerla c'è la forza della scrittura. Un tratto delicato, partecipe. Della vicenda di Angelito lesse su un quotidiano centroamericano. Uno choc.

Ho iniziato a raccontarla a tutte le persone a cui volevo bene per farlo almeno rivivere nella nostra memoria. E poi da lì è nata l'idea di andare in Guatemala, trovare suo papà

Fu possibile grazie ad una raccolta fondi. Viaggiò con un quadernetto e un filmmaker sulle tracce di un bambino che a 12 anni pagò con la vita il rifiuto di piegarsi al rito di iniziazione di una gang. 

Lui è stato preso tra una lezione e l'altra e la maestra - è questa la cosa che mi ha fatto più male - è rimasta girata verso la lavagna tutto il tempo per non essere costretta a riconoscere i rapitori e un domani dover dare la propria testimonianza alle forze dell'ordine tanto è grande il livello di omertà

"Angelitos" è un risarcimento morale. Il titolo è al plurale perché altre storie di soprusi e riscatto irrompono dalle pagine di un libro scritto tra il suo paese, Ala in Trentino, e il Centroamerica dove arrivò per la prima volta a 19 anni per un progetto di solidarietà internazionale. 

Secondo le stime del ministero guatemalteco un bambino su due nella Città del Guatemala, la capitale, un bambino su due ha paura di andare alla scuola elementare perché è più facile che venga reclutato da una gang. Perché proprio questo è quello che cercano: bambini che siano rispettabili. Proprio perché in questo modo mandarli a compiere furti, rapine, omicidi li renderebbe insospettabili

Un Paese soffocato da violenza e rassegnazione. Come in tante altre periferie dell'umanità. Ma condannare non basta, bisogna offrire delle alternative, ricordano il "Pajaso", Kenia e tutti quei volti che "Angelitos" rende familiari. Che della strada hanno la propria casa.