Silvio Tomasi, dall'Etiopia, alla Russia, ai lager: 'antologia di un secolo

Le vicissitudini di un uomo, la storia di un popolo. Le discriminazioni razziali, dalle origini coloniali al nazifascismo. Uno speciale in Tgr Petrarca in vista della Giornata della Memoria

"Oggi abbiamo incendiato e saccheggiato 5 villaggi. Così, per aperitivo"


Racconti dall'invasione italiana d'Etiopia nel 1935. Li scrive a suo padre l'ufficiale Silvio Tomasi, nato a Trento nel 1907, in una serie di lettere raccolte in un epistolario dalla Fondazione Museo Storico del Trentino. Ne parliamo con lo storico Tommaso Baldo:

"Ci restituiscono lo sguardo del colonizzatore. Uno sguardo normale, non c'è fanatismo né adesione ma solo uno sguardo disumanizzante sul colonizzato"


Gli etiopi reclamano l'indipendenza, l'esercito italiano risponde con la violenza indiscriminata sui civili. Una strage di massa. 350mila i morti:

"In particolare gli ordini di Mussolini e del generale Graziani sono di uccidere la classe dirigente. I giovani laureati in Europa, i sacerdoti della Chiesa copta che non accettano l'invasione, i cantastorie. Quindi distruggere il futuro e il passato di un popolo".


E' l'origine delle discriminazioni:

"La prima legge razziale fu fatta verso gli africani ed era una legge che proibiva rapporti coniugali e sessuali tra italiani e sudditi, in particolare suddite, dell'Africa orientale italiana. Si parte dall'idea dell'inveriorità dei popoli coloniali e poi lo schema viene calato sugli ebrei".


Tomasi è un italiano del ceto medio. Partecipa alla seconda guerra mondiale, combatte in Russia e torna coi piedi congelati. Matura la sua scelta, l'opposizione al nazifascismo.

"L'8 settembre del '43 si sottrae alla cattura dei nazisti e si unisce alla resistenza"


Va in Liguria. Entra nella brigata partigiana garibaldina Felice Cascione, quella dell'inno su aria russa "Fischia il vento". Una scelta che paga cara. Catturato dai nazisti, muore nel lager di Gusel, a Mauthausen, alla vigilia della liberazione, il 28 aprile 1945.

"E' la storia di tanti italiani. Da persone cresciute sotto regime fascista che diventa la storia riscatto di un singolo e di un popolo. Da oppressori a vittime, da invasori a combattenti per la libertà"