Gli alunni in quarantena entrano in classe grazie al robot

Il robot, pilotato da casa dall'alunno in quarantena, mantiene l'interazione coi compagni e con gli insegnanti. Le lunghe assenze diventano così meno penalizzanti per gli studenti

Winkie non è un robot qualunque; è la presenza fisica - per quanto virtuale - in classe di un alunno che in classe non può stare. 
Un bambino costretto in casa dalla quarantena per esempio, che grazie al robot può comunque entrare a scuola, muoversi tra i banchi, sbirciare sui quaderni degli altri, girarsi verso la lavagna e a sua volta essere visto dai compagni.
E' quanto accade - grazie alla tecnologia - all'Istituto Comprensivo Trento 4. Il robot - battezzato Winkie - è telecomandato dal bambino costretto a casa; nella simulazione che la terza B1 ha fatto per noi, a pilotarlo a distanza da un'altra aula è Enrico. "Non è per niente difficile, ci dice, ho imparato in un giorno"
Winkie prende fisicamente il posto dell'alunno assente, con vantaggio per tutti spiega l'insegnante Annalisa Pischedda, ber il bambino che mantiene la relazione con i compagni e con gli insegnanti, e per gli stessi docenti che possono impostare una relazione più naturale. 
Il progetto - finanziato con fondi europei - è un passo in più rispetto al classico monitor fisso della didattica a distanza, spiega la dirigente Patrizia Visconti, che potrebbe essere utilizzato per esempio anche per bambini costretti a periodi di degenza ospedaliera.