Orsi: dopo il video, la replica della Provincia: "E' un illecito penale"

In un video di #StopCasteller le immagini degli animali costretti in gabbie. La Provincia: "I responsabili della violazione saranno denunciati"

Francesca, una delle sostenitrici della Campagna #StopCasteller, nata nell'ottobre del 2020 in Trentino e costituita dal Centro Sociale Bruno e dall'Assemblea Antispecista, racconta perché sabato 6 febbraio alcuni attivisti hanno forzato il recinto esterno del Casteller di Trento.

"Abbiamo voluto documentare in un video - ci dice - le condizioni di vita dei tre orsi rinchiusi, quegli orsi che la provincia di Trento ha giudicato problematici. Le immagini parlano da sole. Animali che in libertà percorrono moltissimi chilometri al giorno, sono costretti in un buco di acciaio e cemento, altro che il benessere di cui parla la Provincia di Trento".

L'azione degli attivisti è stata anche una risposta - spiega Francesca - a una recente intervista televisiva in cui l'assessora provinciale Giulia Zanotelli ha dichiarato che gli orsi del Casteller sono ora in letargo. "Le immagini - dice l'attivista - mostrano invece che DJ3, M49 e M57 sono svegli e abbandonati in spazi angusti. Questa struttura, la cui situazione è tenuta volutamente nascosta dalla Provincia, per loro è un carcere".

#StopCasteller annuncia un corteo nazionale per sabato 20 marzo a Trento.

Non si è fatta attendere la replica della Provincia che in una nota scrive:
"La Provincia disapprova con fermezza l’intrusione al Casteller da parte di facinorosi, l’azione dei quali si commenta da sola. Intromettersi abusivamente in una proprietà privata con divieto di accesso, arrecando danni alle strutture della stessa, comporta illeciti penali con la denuncia all’autorità giudiziaria e l’adozione dei conseguenti atti. Quanto alla pretesa falsa informazione inerente lo stato di letargia degli orsi (tecnicamente definito 'ibernazione'), che sarebbe stata data dall’Amministrazione nelle settimane scorse, basterebbe un minimo di conoscenza sulla biologia dell’orso per evitare di divulgare l’ennesima informazione sbagliata. È noto infatti che lo stato di ibernazione che caratterizza l’orso è assai diverso da quello invece proprio di specie quali il ghiro o la marmotta che cadono in un vero e proprio letargo, un sonno profondo che dura alcuni mesi. L’orso in fase di ibernazione smette di assumere cibo, rallenta fortemente il proprio metabolismo e riduce quasi del tutto la propria attività, trascorrendo lunghi periodi assopito. Da questi si risveglia regolarmente, anche in natura, effettua piccoli spostamenti attorno alla tana ed è in grado di reagire tempestivamente ad eventuali disturbi provenienti dall’esterno. Che un orso abbia fatto capolino dalla propria tana, incuriosito e verosimilmente anche disturbato dagli ingenui suoi “paladini”, non può dunque sorprendere, se non appunto chi di orsi conoscenze non ha. Anche in cattività gli orsi, se correttamente gestiti dal punto di vista alimentare, praticano regolarmente l'ibernazione, come stanno facendo tutti e tre gli esemplari ospitati al Casteller. Da ultimo giova ricordare per l’ennesima volta l’inutilità della protesta in atto, essendo tecnicamente (si veda il recente Rapporto di Ispra e Muse) e giuridicamente non possibile in alcun modo procedere alla liberazione in natura di orsi oggetto di captivazione".

Qui le immagini del corteo del 18 ottobre 2020, in cui i manifestanti riuscirono a distruggere decine di metri della recinzione del Casteller.

I carabinieri del Cites ispezionarono la struttura lo scorso 21 settembre. A questo link anche la replica di allora della Provincia Autonoma di Trento.

Intanto anche l'Oipa interviene nuovamente sulla vicenda, con questa nota: "Lo abbiamo sempre detto che gli orsi reclusi nel Casteller vivono in cubicoli di cemento. Il video diffuso da alcuni attivisti trentini ne è la riprova. Vista la gravità delle condizioni in cui versano i tre orsi detenuti al Casteller e date le inadeguate condizioni di cattività che sono costretti a subire, così come attesta la relazione sul sopralluogo svolto il 14 settembre scorso dalla delegazione di esperti inviata dal Ministero dell’Ambiente, l’Organizzazione internazionale protezione animale (Oipa) ha presentato lo scorso ottobre alla Procura della Repubblica di Trento istanza di sequestro preventivo del Centro faunistico della Provincia Autonoma di Trento “Casteller” per inidoneità della struttura a ospitare gli orsi attualmente detenuti, e gli altri che si prevede di catturare. L’istanza di sequestro si aggiunge alle altre nostre azioni legali a tutela dei tre orsi reclusi M49, M57 e  DJ3, quest’ultima al Casteller da oltre 9 anni.

«Aspettiamo ancora dalla Procura di Trento un riscontro alla denuncia-querela depositata con l’istanza di sequestro preventivo della struttura», spiega il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. 

L’Oipa chiede aiuto in questa battaglia anche al Parlamento Europeo. «Stiamo inviando in questi giorni una lettera aperta agli europarlamentari chiedendo un loro intervento a tutela degli orsi rinchiusi, specie protetta, che la Provincia autonoma di Trento sta gestendo a colpi di ordinanze di cattura e addirittura di abbattimento», prosegue Comparotto. «Si è affidato alla Provincia di Trento la gestione del progetto europeo Life Ursus per il ripopolamento. Con questi risultati: la persecuzione e l’inflizione di sofferenze per gli orsi che fanno gli orsi. La prevenzione delle incursioni dei plantigradi, oltre a evitare problemi agli umani, agli animali e alle cose, costa molto meno del loro stesso mantenimento in cattività e dei risarcimenti danni».