Aumentano orsi e lupi: divide l'ipotesi di limitarne il numero

Nell'ultimo rapporto della Provincia, un centinaio gli orsi e altrettanti i lupi stimati sul territorio. La Giunta leghista non considera un tabù la cattura o l'abbattimento selettivo a tutela dell'economia di montagna

La mappa più sorprendente, nel rapporto sui grandi carnivori del 2020 (qui maggiori dettagli), è quella dei lupi: ci sono 4 branchi anche nel Trentino occidentale, fra Val di Sole, Val di Non e la Rendena.

Tornati spontaneamente nel 2013 dagli Appennini, questi predatori prima si trovavano soprattutto nella zona nord-orientale della provincia, fra Lessinia e Val di Fassa.

La Provincia di Trento stima oggi un centinaio di lupi presenti sul suo territorio: 17 branchi, 4 in più in un anno e più del doppio rispetto a tre anni fa, quando erano 7. Numeri di massima, ricostruiti attraverso le tracce rilevate sul territorio. Ci sono anche vari lupi in dispersione (7 quelli investiti e uccisi sulle strade del Trentino proprio nel 2020) che vanno alla ricerca di aree non ancora colonizzate.

Sono un centinaio ormai anche gli orsi, che invece rimangono nel Trentino occidentale dove sono stati reintrodotti a inizio secolo. Erano un'ottantina quelli stimati nel 2019. I maschi in dispersione, anche in questo caso, si spingono su aree più ampie, ne sono stati rintracciati anche in Piemonte, Friuli e Tirolo. Ma sono, in particolare, le femmine gli esemplari più stanziali, spiegano i tecnici del Servizio Fauna della Provincia autonoma: non si spostano di molto dalla zona in cui sono nate, e qui partoriscono a loro volta.

Le ultime cucciolate sono una dozzina, che corrisponderebbero a una ventina di piccoli.

Numeri che ormai dividono, nel complesso, per le ricadute che hanno sul territorio e, dunque, sulla convivenza con le comunità locali. Solo nel 2020, la Provincia di Trento ha pagato 227mila euro di indennizzi per le predazioni. Si tratta, rileva l'ultimo rapporto sui grandi carnivori, di 380 danni denunciati: 279 provocati dagli orsi (+22%) e 101 dai lupi (+119,6%).

Le recinzioni elettrificate e le altre dotazioni di protezione delle greggi e degli apiari non bastano agli allevatori trentini. Alcuni di loro hanno già minacciato in passato di lasciare la montagna. Per la Giunta provinciale, dal 2018 guidata dalla Lega, l'abbattimento selettivo non sarebbe un tabù.

"Lo abbiamo detto ai vari governi - risponde Giulia Zanotelli, assessora all'Agricoltura -: il nostro obiettivo è di capire e fissare il numero degli esemplari di grandi carnivori che può avere il nostro territorio, per ricreare un equilibrio fra la loro presenza e le attività economiche. Abbiamo la responsabilità di affrontare questo problema".

Zanotelli, nel corso della presentazione del rapporto, ha anche evidenziato come l'abbattimento degli esemplari problematici avvenga già in altri paesi europei.

Lupi e orsi sono tuttavia specie protette dalla legge. E la politica della Giunta trentina è contestata dalle associazioni animaliste, che quasi ogni settimana manifestano in città per chiedere la liberazione dei tre orsi problematici chiusi nei recinti del Casteller, il centro faunistico provinciale alle porte di Trento. Sono M49, M57 (che proprio lo scorso anno aggredì una persona ad Andalo) e DJ3, una femmina che è in procinto di essere trasferita in un parco in Germania.

Ma anche questa, per gli animalisti, sarebbe una sconfitta della politica.