Sanitari non vaccinati, in Alto Adige interi reparti a rischio chiusura

La situazione in ospedali e case di riposo rischia di complicarsi per le possibili sospensioni dal lavoro di centinaia di professionisti che rifiutano il vaccino

Si avvicina sempre di più la sospensione per i sanitari non vaccinati in servizio nelle strutture sanitarie dell'Alto Adige. 
In settimana partiranno le prime lettere per chi non si è presentato all'appuntamento fissato dall'Azienda sanitaria per la somministrazione: si parla di circa 330 dipendenti, che saranno quindi obbligati a stare a casa e senza stipendio fino a fine anno o spostati ad altra mansione. Venticinque lettere sono già in fase di notifica e altre 300 seguiranno nei prossimi giorni. 
Secondo le stime dell'azienda sanitaria sono circa 900, in totale, i dipendenti non vaccinati. 
La situazione, in provincia, è variegata: per alcune strutture si tratta di casi sporadici, mentre in altre resiste uno zoccolo duro di scettici. 
Intanto i colleghi vaccinati temono che l'ondata di sospensioni abbia inevitabili ripercussioni su ferie e riposi. Ma si rischiano gravi conseguenze per le prestazioni sanitarie in interi reparti, specie negli ospedali periferici. 
Nel servizio le interviste a Andrea Dorigoni, del sindacato Asgb, e al direttore amministrativo dell'azienda sanitaria, Enrico Wegher.