Gli Schuetzen trentini a San Romedio in ricordo di Andreas Hofer

Almeno duecento partecipanti di tutte le età, con i tradizionali costumi tirolesi, si sono radunati per tornare a preservare le tradizioni tirolesi in un'ottica di pace e relazioni extra-regionali

Guardare oltre la pandemia per tornare a preservare le tradizioni del Trentino Alto-Adige, in un'ottica di pace e di relazioni anche extra-regionali. 

E' l'obiettivo dichiarato dagli Schuetzen in occasione del raduno annuale al Santuario di San Romedio, ricordo del pellegrinaggio compiuto il 7 luglio 1809 da Andreas Hofer.

Almeno duecento partecipanti di tutte le età, con i tradizionali costumi tirolesi, oltre a politici e autorità locali, provinciali e regionali.

Dopo lo schieramento dei reparti, la Messa officiata dall'arcivescovo emerito di Trento, Luigi Bressan. Che nell'omelia, ha esortato il Trentino Alto-Adige a rinnovare il ruolo di ponte tra popoli e culture: "Abbiamo belle tradizioni, ma non tutto è là. Anche altri popoli possono portarci un arricchimento e noi nel nostro piccolo possiamo darlo a loro".

Al termine, la deposizione di una corona di fiori in onore di Hofer all'ingresso del Santuario. Quindi, la tradizionale salva con i fucili e il giuramento dei nuovi Schuetzen. 

Le prospettive post-pandemia nelle parole del comandante degli Schuetzen trentini, Enzo Cestàri: "Per noi essere qui vuol dire continuare con la nostra tradizione, perché io credo che un popolo che non sa da dove viene è un popolo perso. E noi dobbiamo contrastare l'idea che è in voga per cui dobbiamo essere tutti uguali. Credo che la diversità sia la parte fondamentale della convivenza tra i popoli".