Ghiacciaio Careser, il manto nevoso è la metà dell'anno scorso

Gli esperti non hanno dubbi. Le immagini girate dalla Sat Glaciologica il 21 giugno confermano una situazione di sofferenza per il ghiacciaio dell'Ortles-Cevedale. Buona parte del ghiaccio liquefatto non verrà recuperata

La pianura padana e parte dell'Appennino sono in secca. Ma è qui sopra i 3mila metri che comincia la crisi idrica e climatica. Nelle immagini girate il 21 giugno dalla Commissione Glaciologica della Sat, il ghiacciaio del Careser, gruppo dell'Ortles-Cevedale, ha già detto addio al suo manto nevoso nella parte inferiore. Circa due mesi prima di quanto avviene di solito.

Le temperature ormai costantemente sopra la media anche di notte, attivano lo scioglimento già nelle prime ore del giorno. Gli esperti della Provincia autonoma di Trento, della Sat, del Muse e dell'università di Padova non hanno dubbi: la copertura oggi è circa la metà degli anni scorsi. Nelle recenti annate, già difficili, questo era lo scenario tipico di un agosto inoltrato.

La corsa senza sosta dell'acqua ha spogliato isole di roccia che surriscaldandosi accumulano il calore ai margini dello strato solido, complicando ancora di più la situazione.

La diga del lago di Careser è pronta a fare da bacino, ma è una ricchezza effimera perché il prossimo inverno solo una parte del ghiaccio sciolto potrà riformarsi. Un ciclo ormai tristemente noto; ma oggi le lancette sembrano correre ancora più in fretta.