Nasce la mozzarella di bufala di alta quota made in Südtirol

Gli animali allevati da una giovane coppia di Soprabolzano. A Cardano il caseifico. La scommessa di Omar Signori

Non siamo in Campania, a Caserta o a Salerno, ma a Soprabolzano. Il muggito è diverso. Nerissime, nerborute e dall'aspetto scontroso, pascolano sul prato dell'Untermiglerhof: sono le prime bufale allevate in Alto Adige. Per farlo, la visione di un imprenditore e la sfrontatezza di una giovane coppia di agricoltori, Simon Doewa e Elisabeth Vigl, pronti a sfidare tradizioni e perché no, accettare i rischi. 

"Abbiamo sei animali, cinque bufaline e un toro... cui si aggiunge ora un nuovo arrivato, 'Ernst'", racconta Elisabeth. Il progetto nasce da lontano, dalla mente eclettica di Omar Signori. Dopo gli yak e i lama da tempo presenti sulle nostre montagne, l'idea di portare le bufale lontane da acquitrini in Alto Adige, e produrre così mozzarella di bufala ad alta quota.

"Nel 2017 abbiamo visto alcune bufale in alpeggio sui pendii di Cuneo e abbiamo detto che le nostre Dolomiti non possono essere da meno", spiega Omar, creatore e fondatore di 'Amò'. 

Agli allevatori il latte viene pagato il triplo, circa 1,70 euro al litro, anche se prodotto in quantità inferiori dagli animali. C'è chi si sveglia all'alba per mungere, chi mette i capitali e chi, poi, si sporca le mani e fila.

A Cardano, il caseificio. Le prime mozzarelle sono in procinto di essere vendute. "Adesso lavoriamo 150 litri a settimana, l'obiettivo è di aumentare la produzione" dice il casaro e anche lui fondatore di 'Amò' Denis Plazzer. I contatti per far crescere la produzione ci sono. Val di Funes, ma anche altopiano del Renon. L'interesse è alto e qualcuno ha già fatto da apripista. In Campania il giro d'affari è di 400 milioni di euro. In Alto Adige è ancora una scommessa, la partenza è stata ottima.