Giovani e lockdown: il disagio c'è ancora. "Sonno, social e alimentazione"

Migliorano le condizioni rispetto al 2020, ma non si è spenta la spia del malessere tra i ragazzi. "Servono più spazi per lo sport e l'aggregazione dai 15 ai 19 anni". La Provincia punta a mirare gli interventi nelle valli

Gli esperti rassicurano, i periodi neri dei lockdown non torneranno. Ma il Covid non è sparito e così i suoi effetti sulla salute e le relazioni sociali. A livello nazionale e i contagi stanno risalendo con l'indice Rt è tornato sopra l'1. In Provincia di Trento l'incidenza è di 215 casi ogni 100mila abitanti. I ricoverati si mantengono nell'ordine di una cinquantina, con meno di 5 in rianimazione.

Ma l'onda lunga delle restrizioni continua a pesare soprattutto sulle fasce più giovani della popolazione. La presentazione alla Fondazione DeMarchi dell'indagine "Riemergere II" in occasione del Festival della Famiglia segnala che la spia del malessere non si è ancora spenta

"Soprattutto dai 15 ai 19 anni, c'è una percezione di isolamento sociale e ci sono anche importanti segnali che riguardano le variazioni nelle abitudini del sonno, dell'alimentazione, dell'utilizzo delle tecnologie".

L'assessora Segnana promette interventi mirati nelle valli dove le distanze sono più ampie. A indicare quali il comitato provinciale Unicef: "Gli spazi di ritrovarsi in compagnia, lo sport libero non solo per le associazioni sportive - osserva Natalina Mosna - una serie di situazioni che i ragazzi vivono e per le quali si potrebbe fare di più".