Dal Myanmar a Trento. L'appello alla solidarietà di suor Rosanna
Ospiti della Diocesi, le suore dell'ordine delle Ancelle Missionarie del Santissimo Sacramento hanno raccontato della casa rifugio che gestiscono in Birmania, e della tragica situazione nel paese di Aung San Suu Kyi
"Le nostre suore sono dovute scappare, anche loro hanno vissuto l'esperienza di essere rifugiate". E' il racconto di suor Rosanna Favero, assieme alle sue consorelle delle Ancelle Missionarie Santissimo Sacramento, a Trento per raccontare quel che succedendo in Myanmar, dal 2021 paese sotto il tallone di una feroce dittatura militare.
"In questo momento l'80% della popolazione della nostra diocesi vive in campi profughi", spiega suor Rosanna, attesa questa sera (martedì 20 giugno) ad Arco al Centro Internazionale Via Pacis per raccontare l'esperienza della Casa rifugio a Loikaw, in una delle regioni del paese dove la guerra civile colpisce più duro.
Quando sono arrivati i militari golpisti anche le religiose, racconta, sono state costrette a scappare, rifugiate nei campi in mezzo alla giungla. Ad accogliere le suore a Trento la Diocesi, che da tempo supporta i loro progetti.
Un legame speciale quello tra il Trentino e il Myanmar. L'arcivescovo emerito Luigi Bressan negli anni '90 come Delegato Apostolico incontrò anche la premio Nobel Aung San Suu Kyi, oggi ancora in carcere.
"Quando sono arrivato in Myanmar mi hanno detto: ma lei viene dalla stessa città di padre Domingo", ricorda Bressan. Si trattava di Don Domenico Tarolli, di Castel Condino, nella valla del Chiese. Missionario che a metà 800 evangelizzo l'allora Birmania, e che nessuno ha scordato.
Oggi la Chiesa continua ad aiutare la popolazione, ma la situazione è sempre più complicata. Per questo, spiegano le suore missionarie, la solidarietà è sempre più necessaria.