L'Università di Trento torna nello spazio con le missioni LISA ed EnVision

L'Esa ha autorizzato due progetti, i lanci previsti nel 2035 e nel 2031: una studierà le onde gravitazionali, l'altra il pianeta Venere

Le onde gravitazionali sono la colonna sonora dell'universo: si generano, come minuscole increspature nello spaziotempo, quando le masse accelerano. Per captarle, analizzarle e scoprire così l'evoluzione dell'universo e le regole che lo governano è nata la missione spaziale LISA, a cui partecipa anche l'Università di Trento con il team guidato da William Weber

Lisa ci aiuterà a capire, per esempio, l'evoluzione delle galassie, degli enormi buchi neri che stanno al centro di ogni galassia

Cuore del progetto sono questi cubi di oro platino, ideati e progettati a Trento: tre veicoli spaziali con all'interno i cubi in caduta libera formeranno una costellazione triangolare che si scambierà raggi laser

Si misura il moto relativo fra due oggetti in caduta libera, solo che i due oggetti sono separati di milioni di kilometri e gli spostamenti relativi sono dell'ordine di un picometro, ovvero un milionesimo di un milionesimo di un metro

Il lancio è previsto nel 2035: 18 mesi serviranno per arrivare in orbita, la missione durerà 10 anni.

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Venere è un pianeta molto simile alla terra, per dimensioni e posizione rispetto al sole. Eppure è un pianeta infernale, con temperature medie di 464 gradi e ricoperta da spesse nubi di acido solforico. Lo studierà la missione spaziale Envision, anche grazie a un radar progettato all'Università di Trento e guidato dal professor Lorenzo Bruzzone

Vogliamo capire perché su Venere c'è stato questo tipo di evoluzione, anche per comprendere cosa non dovrà succedere alla terra in futuro per non avere criticità dal punto di vista climatico

Il lancio è fissato per il 2031, la missione, nella cui ideazione l'università di Trento è stata protagonista, durerà almeno quattro anni: compito del radar trentino scoprire cosa si celi sotto la superficie di Venere

In particolare parliamo del radar sottosuperficiale che andrà a esplorare quello che avviene nella sottosuperficie del pianeta, è la prima volta che un radar di questo tipo andrà a studiare Venere

Si riuscirà, dunque, ad arrivare centinaia di metri sotto la superficie del pianeta, per studiarne la geologia e scoprirne la storia.