Patrimonio culturale

Palazzo Roccabruna, un restauro e il ritorno di due capolavori

Nel palazzo di Trento un intervento ha riguardato le decorazioni pittoriche ed elementi come soffitti e pavimenti. E, grazie a due copie, si potranno ammirare un campanello bronzeo e un quadro di Giovan Battista Moroni

Un gioiello cinquecentesco torna sempre più al suo splendore originale. È Palazzo Roccabruna a Trento, grazie a un intervento in due direzioni. In primo luogo un restauro di alcuni elementi decorativi e strutturali interni. Con un investimento da 500mila della Camera di Commercio di Trento. “Abbiamo affrontato un restauro pittorico nella sala Conte di Luna e nella cappella di San Gerolamo - spiega l’architetto Manuela Baldracchi, che ha coordinato i lavori - un altro intervento sui soffitti lignei nella sala Conte di Luna e in quella dei Damaschi. E il restauro del pavimento antico di sala della Stella”. 

Così si è integrato e completato un intervento dei primi anni 2000. Con quello che Baldracchi definisce un lavoro “di fino” e del quale sottolinea l’importanza: “I restauri non vanno abbandonati a se stessi, come spesso succede. Perché queste operazioni di manutenzione sono indispensabili per una buona conservazione delle opere”.

Accanto a questo nella cappella del palazzo si potranno ammirare le copie di due capolavori legati a questa storica struttura. La prima, ottenuta tramite stampa 3D, è quella di un campanello bronzeo appartenuto a Gerolamo II Roccabruna e che sarebbe stato utilizzato anche durante il Concilio di Trento. L’originale è conservato al Castello del Buonconsiglio. 

Mentre dall'unica foto in bianco e nero esistente è stata ricavata la copia di un quadro di San Gerolamo Penitente, attualmente disperso dopo essere stato venduto a inizio XX secolo, che ha così ripreso il suo posto in una nicchia che si trovava sopra l’originario altare. “Si tratta di un quadro molto importante, perché è opera di Giovan Battista Moroni, uno dei geni della pittura lombarda del Cinquecento - sottolinea lo storico dell’arte Ezio Chini - un artista che ha lavorato a Trento e per Trento realizzando dipinti di grande valore”.

“A distanza di 20 anni da quando acquisimmo il palazzo e attuammo una prima opera di risanamento si è deciso di portare avanti il lavoro di restauro - spiega Alberto Olivo, segretario generale della Camera di Commercio di Trento - e lo abbiamo fatto sia perché una sede di rappresentanza importante, sia perché, compatibilmente agli altri usi che ne vengono fatti ospitando eventi e mostre, vogliamo metterlo a disposizione della cittadinanza”.