Carenza di medici in Trentino, Ordine e assessorato puntano su un Dipartimento autonomo da Verona

Oltre a quelli di base, continua la penuria nei reparti. Il piano della Facoltà: arrivare ai 35 docenti richiesti entro il 2026. Tonina: "Presto firmato il protocollo che trasformerà la sanità trentina in una realtà integrata di formazione e cura"

Se abbiamo un'identità nell'agricoltura, nel turismo, nel commercio, ecco non abbiamo un'identità nella sanità. Dobbiamo conquistarci, costruire una identità nella sanità trentina”: per il presidente dell'Ordine dei medici trentini, Marco Ioppi, l'autonomia deve valorizzare di più anche la formazione dei futuri medici sul territorio.

Il piano della Facoltà di Medicina di Trento è di rendersi indipendente dall'Università di Verona entro il 2026. Ma servono docenti: da giugno saranno 21, ce ne vogliono almeno 35. Inoltre, al Ministero è stata fatta richiesta di accreditamento di quattro scuole di specializzazione in Neurologia, Radiodiagnostica, Medicina d'urgenza e Anestesia: i settori ospedalieri con più carenze di specialisti. Dall'ateneo di Trento non ne usciranno prima del 2028. 

Ma a breve, spiega l'assessore provinciale Mario Tonina, Provincia e Università firmeranno un protocollo per trasformare la sanità trentina in una realtà integrata di formazione e cura.

Venendo ai medici di famiglia, per Fondazione GIMBE in Trentino oggi ne mancano 44. Ma secondo Ioppi, ogni anno fino al 2027, 30-40 di loro andranno in pensione e un'altra decina sceglierà di lasciare prima dell'età pensionabile: “Molti medici - avverte il presidente - non scelgono più questo tipo di lavoro e quindi anche la nostra Scuola di formazione in Medicina generale non riuscirà a sopperire alle mancanze di medici che ci saranno nei prossimi anni”.