C'è soprattutto l'Umbria al centro dell'operazione "Verum et Oleum" condotta dal Nucleo Speciale Beni e Servizi della Guardia di Finanza in collaborazione con gli uomini dell'ispettorato per il controllo della qualità e la repressione delle frodi del ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Sono infatti umbre sette delle dieci persone denunciate in tutta Italia al termine dei controlli svolti fra il luglio e il novembre dello scorso anno a tutela della produzione nazionale di olio extravergine d’oliva e sono umbre le aziende destinatarie di otto dei 10 milioni di euro di sanzioni amministrative relative alla tenuta dei registri, alla compilazione della documentazione obbligatoria ed al mantenimento del requisito di tracciabilità.
Cinque le persone denunciate alla procura di Spoleto, due a quella di Perugia. Si tratta dei legali rappresentanti di due dei maggiori gruppi olivicoli e di alcuni marchi della galassia. Per tutti l'accusa è di reato in frode di commercio per aver messo sugli scaffali dei supermercati e sul mercato nazionale ed internazionale un prodotto etichettato come extravergine di oliva senza che ne avesse le qualità di perfezione chimica e organolettica.
183 i controlli svolti dalle Fiamme Gialle e Icqrf in dieci regioni, fra frantoi e principali canali di importazione di olio dall'estero. Sotto la lente quei produttori che, secondo le analisi della produzione e della vendita, evidenziavano caratteristiche di potenziale rischio frode. Il risultato è che il 27,2% dei campioni prelevati è poi risultato irregolare, per complessivi 2.300.000 litri di olio non conformi. Dei 102 campioni analizzati, 25 quelli risultati irregolari per qualità inferiore al dichiarato.