Inneggiava alla guerra santa su internet. Post e commenti a sostegno dei "fratelli musulmani" e del Jihad - in particolare della Palestina contro Israele. Si definiva un "mujahidin" pronto ad aiutare la causa con ogni mezzo. L'uomo, un operaio marocchino di 54 anni residente a Perugia, è stato espulso dal territorio nazionale proprio in ragione della sua prolifica attività propagandistica, svolta perfino su Facebook. Il caso, uno dei quasi 1200 monitorati nel corso del 2022 dalla polizia postale in Italia è emerso nel corso del bilancio di fine anno sul contrasto al cyberterrorismo. L'attività in questione è stata svolta in collaborazione tra la Digos di Perugia, diretta dal vice questore aggiunto Gianfranco Leva, e gli specialisti del Centro operativo nazionale per la sicurezza cibernetica. Il marocchino era stato anche indagato proprio per i suoi "mi piace" alle immagini di terrorismo antioccidentale che scovava in Rete, ma non essendo mai stati provati contatti con elementi davvero pronti a passare all'azione, le accuse sono state archiviate. La Digos ha però continuato a tenere d'occhio sia lui, sia un gruppo di connazionali, attivi nella condivisione di contenuti a rischio. Una radicalizzazione di per sé sufficiente a giustificare un provvedimento amministrativo come l'espulsione. Al momento della notifica, però, lo straniero aveva già cambiato aria. Non appena ha cercato di fare ritorno in Italia, diretto in Umbria, è stato bloccato e rimpatriato in Marocco. La guardia non si è mai abbassata: nel frattempo infatti, anche altri due nordafricani del suo stesso giro, sono stati allontanati dal Paese.
di Andrea Rossini