Acqua, le ragioni di un'immensa perdita di valore

Il 42 per cento dell'acqua negli acquedotti viene persa

Gli acquedotti perdono il 42 per cento dell'acqua che vi transita. Colpa delle condotte troppo vecchie e della complessità della rete.

870 metri di condotte, in ghisa e in polietilene. Nel Laboratorio di ingegneria dell'acque dell'Università di Perugia, diretto dal professor Bruno Brunone, si simula il comportamento degli acquedotti reali e si cercano soluzioni ai problemi - gravi - delle reti che portano acqua nelle nostre cose. “In media negli acquedotti italiani si perde il 42 per cento dell'acqua - dice Silvia Meniconi, docente associato di Idraulica - e l'Umbria è in media con il dato nazionale”. Le ragioni di queste perdite sono riconducibili alla vetustà delle condotte, ma anche alla complessità della rete. Dalla sorgente, attraverso la rete di adduzione, l'acqua arriva al serbatoio di accumulo, poi la rete di distribuzione la porta fino ai nostri rubinetti. “Mentre stiamo parlando 5mila metri cubi di acqua nel mondo vengono persi", calcola Silvia Meniconi. Ma non perdiamo soltanto acqua. Perdiamo anche tutta l'energia e tutte le risorse ad essa collegate. Un danno per l'ambiente e un danno per le nostre tasche, quantificato a livello mondiale annuo in 380 miliardi di euro. Quando una perdita è visibile è già troppo tardi. Bisogna individuarla prima e per farlo ci sono varie tecniche. Innanzitutto il monitoraggio costante dei dati fisici, dunque portata e pressione. Il controllo attivo dello stato delle condotte, con apparecchiature di tipo acustico, come geofoni e microfoni.