Cpr, le ipotesi sul tappeto

La lista ristretta comprenderebbe aree demaniali o confiscate a Perugia, Narni, Foligno, Spoleto e Umbertide

E' una lista sempre più corta quella che è sul tavolo del prefetto di Perugia Armando Gradone e che a breve dovrebbe essere trasmessa al ministero dell'Interno per la scelta del luogo che ospiterà il nuovo centro di permanenza per il rimpatrio che sarà realizzato in Umbria. I tempi imposti dal Viminale sono strettissimi e i lavori, secondo programma, potrebbero partire entro l'anno. Per questo, la richiesta alle prefetture è quella di fare presto. Cosi, a Perugia, Gradone ha riunito un tavolo allargato a cui hanno partecipato anche le forze dell'ordine, le Province, la Soprintendenza, la Protezione Civile e il Demanio per analizzare le diverse opzioni da inviare a Roma dopo i sopralluoghi fatti in molte aree della Regione. Serve un terreno nella disponibilità pubblica di 21mila metri quadrati circa, in un'area in cui siano presenti già servizi ed elettricità ma in zone non troppo vicine ai centri abitati. Caratteristiche che permettano il montaggio di strutture prefabbricate modulari e una adeguata perimetrazione per la vigilanza continua. Scartati quindi edifici già esistenti, da una prima lista, secondo indiscrezioni, sarebbero uscite le areee demaniali individuate a Perugia, nei paraggi del Carcere di Capanne, a Narni, nell'area ex Spea e a Foligno, vicino all'aviosuperficie. Restano invece in esame dei terreni a Spoleto e, novità degli ultimi giorni, ad Umbertide. Dove oltre a proprietà del Demanio ci sono anche terreni confiscati in via definitiva alla criminalità organizzata, e quindi come prevede la legge acquisiti al patrimonio dello Stato, ma non ancora assegnati. Dodici quelli censiti dall'Agenzia Nazionale nel territorio del Comune di Spoleto, oggetto di misure di prevenzione emesse dal Tribunale di Agrigento dopo una inchiesta della Direzione Investigativa Antimafia. Ventuno quelli presenti ad Umbertide, confiscati per ordine del Tribunale di Milano.  

Il servizio di Massimo Solani con il montaggio di Francesco Saito