In Valle d'Aosta, solo 71 professionisti sui 90 necessari

Bonus e zone disagiate: come funzionano gli incentivi per i medici di famiglia

Approvato e già in vigore l'accordo fra Regione e sindacati di settore che mira a garantire un'adeguata assistenza primaria sul territorio regionale

Incentivi economici per i medici di famiglia che lavorano nelle zone più periferiche della Valle d'Aosta. Li prevede un recente accordo, che mira a garantire adeguati livelli di assistenza sanitaria.

La sigla, il 25 ottobre scorso, fra l'Assessorato regionale alla Sanità e i sindacati di settore SNAMI e FIMMG, il cui segretario Nunzio Venturella plaude a quanto definisce il traguardo di un percorso avviato nel 2017, raggiunto ora con la reggenza dell'assessore Roberto Barmasse. Il sesto in cinque anni, che hanno visto avvicendarsi 3 legislature e 7 giunte. 

“E' un primo passo perché dobbiamo dare finalmente giustizia all'Accordo collettivo nazionale e cominciare ad applicare la Legge Balduzzi” sottolinea Venturella, riferendosi alla legge n. 158 del 2012, ampiamente incompiuta a livello nazionale, nella parte in cui prevede le Aggregazioni Funzionali Territoriali e le Unità Complesse di Cure Primarie. La cui pianificazione regionale - annuncia ancora Venturella - sarà oggetto di un imminente, nuovo incontro con l'assessore competente.

L'accordo - entrato in vigore con delibera di Giunta regionale straordinaria del 27 ottobre - riconosce come ambiti temporaneamente disagiati quelli in cui manca oltre il 40 % dei medici necessari.

Si premia poi il medico che in un ambito disagiato sia volontariamente disposto a superare il limite di 1.500 pazienti fino a un massimo di 1.800. Più alto sarà il bonus di nuovi medici che sceglieranno di avviare l'attività nella zona disagiata (12 mila euro annui, comprensivi delle quote forfetarie annue corrisposte per ogni paziente in più ai 1.500 del massimale) rispetto a quello destinato a chi vi sia già operante (4 mila euro lordi annui, cui vanno invece aggiunte le quote per ogni paziente che vada oltre il massimale). Quote che saranno riconosciute per due anni, durante i quali il medico non potrà tornare a ridurre la platea dei pazienti.  

Uno dei 4 articoli va poi a identificare 13 comuni “disagiati” e 24 "disagiatissimi", in base a indicatori come altitudine, residenti, percentuale di ultrasessantacinquenni, tasso turistico e distanza da Aosta. L'apertura di uno studio in un comune indicato come “disagiato” è premiata con 2 mila euro lordi annui, che salgono a 6 mila in un comune “disagiatissimo”. Riconoscimenti che possono essere sommati se il medico lavora in più comuni. Per la copertura finanziaria dell'accordo, 328.918 euro saranno trasferiti all'USL valdostana.

Lo sforamento volontario del massimale di pazienti sarà autorizzato anche in altre zone in cui si verifichi un'imprevista carenza di medici di famiglia. Ai primi di ottobre in tutta la Valle, se ne contavano 71, ma dovrebbero essere 90, nel rapporto ottimale di uno ogni 1.200 pazienti. E la loro mancanza si misura anche nel numero di residenti che non riuscendo a vedersi assegnato il medico di famiglia già si rivolge direttamente al Poliambulatorio di Donnas, cui si aggiungono nel mese di novembre quello di Châtillon e il Consultorio “Pont Suaz” di Charvensod.