Ivrea-Aosta, viaggio sulla linea della futura ferrovia elettrificata

Cantieri in partenza nel 2024. Per tre anni attivato un servizio bus sostitutivo

“Fine linea a 250 metri”: nella stazione di Ivrea un cartello segnala l'interruzione dei fili di contatto del tratto da Chivasso, elettrificato nel 2006. Dopo circa 15 anni, il prolungamento del servizio fino ad Aosta è stato sbloccato dall'arrivo dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Potranno essere introdotti treni completamente elettrici. Oggi viaggiano quelli diesel e bimodali (a trazione diesel-elettrica). 

Un'opera da 146 milioni di euro. Dal 2024 tre anni di cantieri in simultanea imporranno la chiusura dei 66 chilometri della ferrovia Ivrea-Aosta e l'introduzione di un servizio bus sostitutivo.

Michele Rabino, responsabile della direzione commerciale Rete ferroviaria italiana (Rfi) Nord-Ovest, sottolinea: “Innanzitutto il beneficio principale sarà quello della sostenibilità ambientale. Inoltre i nuovi treni elettrici sono più performanti e con più posti a sedere rispetto ad oggi”.

Meno inquinamento, più capienza - i motori diesel degli attuali treni in circolazione occupano spazio che sui nuovi mezzi elettrici potranno essere dei viaggiatori - ma approssimativamente stesso tempo di percorrenza. Da anni si parla del raddoppio dell'attuale binario unico, che potrebbe risolvere il problema.

“Non è un progetto che rientra in quest'opera”, dice Rabino, “La copertura finanziaria non sarebbe stata sufficiente per un progetto del genere e la tempistica del Pnrr è molto ravvicinata, al 2026”. Per giustificare i lavori per un secondo binario, spiega ancora, ci vorrebbe almeno il doppio dei 46 treni che circolano attualmente sulla linea. 

Eppure il Comune d'Ivrea sta provando a inserire il progetto tra le opere di compensazione richieste a Rfi per i disagi dei cantieri che dureranno sei mesi. L'amministrazione contesta in particolare l'elettrificazione di una galleria sul Lungo Dora, punto cruciale per la viabilità cittadina nonché area storica e di pregio, che vedrebbe la creazione di una sorta di dosso artificiale.

Luca Bassani, responsabile della direzione investimenti Rete ferroviaria italiana (Rfi) Nord-Ovest, racconta: “C'è stato un lungo confronto con il Comune durante la fase autorizzativa del progetto. Il nostro intervento prevede, nel punto in cui si ha l'innesto della galleria che sarà oggetto di elettrificazione, la necessità di rialzare il piano del tunnel, per l'inserimento della linea di contatto. E quindi quei 40 metri circa di galleria verranno scavati, ricostruiti e nel punto centrale si avrà un innalzamento massimo di un metro, che poi andrà degradando per raccordarsi con la viabilità esistente di corso Cavour”.

Nonostante il parere positivo della Soprintendenza per i Beni culturali, l'Amministrazione insiste per l'introduzione di treni elettrici bimodali a batteria, che potrebbero passare nell'attuale galleria senza necessità di lavori per l'installazione delle linee elettriche di contatto. Per Rfi la proposta è irricevibile perché vincolerebbe la scelta del parco mezzi di tutta la linea Torino-Aosta.

Gli interventi prevederanno anche l'eliminazione dei passaggi a livello? “L'opera di elettrificazione  non ne prevede la soppressione”, risponde Rabino. La tratta in questione tra Ivrea e Aosta ha 12 passaggi a livello, su cui in questa fase stiamo avviando vari studi di pre-fattibilità, anche in concerto con gli enti locali. Tra Ivrea e Chivasso ce n'è un numero maggiore, sono 49. Grazie anche ad un finanziamento europeo ricevuto da Regione Piemonte e da Rete ferroviaria italiana, abbiamo avviato lo studio e la progettazione per la soppressione dei primi 18 passaggi a livello"

Insieme agli ingegneri di Rfi, da Ivrea prendiamo uno dei treni verso il capoluogo valdostano. “Realizzeremo tre nuove sottostazioni elettriche”, spiega Bassani, “Una ad Aosta, una a Donnas, una a Châtillon. La sottostazione è di fatto il cuore pulsante del sistema elettrico. Costruiremo due fabbricati per ogni sottostazione: nel primo arriverà l'alimentazione elettrica e nell'altro avverrà la conversione da 15 chilovolt a 3 chilovolt, che è la tensione tipica dei treni”.

Facciamo tappa alla stazione di Hône-Bard. Qui s'interverrà sui marciapiedi, che saranno più larghi e più alti, per facilitare l'accesso al treno alle persone in carrozzina. Verrà demolito (e ricostruito) il cavalcavia in prossimità dello scalo ferroviario ma resterà in piedi la Casa degli alpini. Rfi ha accolto la richiesta del Comune di preservare l'edificio. 

Un altro importante intervento: un sovrappasso permetterà un incrocio dei treni più efficiente. Rabino spiega: “Andremo a velocizzare gli ingressi in stazione. I treni potranno entrare a 60 chilometri all'ora contro i 30 attuali, e l'altro vantaggio sarà quello di poter ricevere contemporaneamente due convogli, cosa che oggi non si può fare in assenza del sovrappasso e per motivi di sicurezza. Quando arriva un treno l'altro, incrociante, aspetta fuori dalla stazione, per poter consentire l'afflusso e il deflusso dei viaggiatori sui mezzi in fermata”.

Per la stessa ragione anche a Nus verrà realizzato un sottopasso e, anche qui, la stazione sarà resa più accessibile alle persone con ridotta mobilità.

L'intervento d'innalzamento dei marciapiedi è già partito ad Aosta, ultima tappa del nostro viaggio. L'alimentazione della futura stazione elettrica avrà sede in corrispondenza di un edificio in via Paravera (poco dopo il passaggio a livello) che verrà demolito.

Nel triennio di lavori Rfi organizzerà iniziative informative per i cittadini, nell'ambito della campagna nazionale Cantieri parlanti.