La fuga per le cure costa alla Valle d'Aosta 13,6 milioni di euro

I dati della Fondazione Gimbe, nel 2021 la mobilità sanitaria passiva ha doppiato quella attiva

Un fiume di denaro che continua a crescere e che scorre dalle regioni del Sud Italia a quelle del Nord e da quelle con sistemi sanitari meno efficienti a quelli più performanti. È la mobilità sanitaria interregionale, il flusso di pazienti che dalla propria regione di residenza si sposta in un’altra per curarsi. Principalmente per ricoveri ordinari e in day hospital, prestazioni specialistiche e somministrazione di farmaci. Un fenomeno che nel 2021 ha raggiunto a livello nazionale un valore di 4 miliardi e 250 milioni di euro, con una spaccatura fra Nord e Sud.

Ma anche la Valle d’Aosta è vittima di questa emigrazione sanitaria. Secondo il report della Fondazione Gimbe dedicato al tema, questa mobilità genera per la nostra regione crediti per 13,5 milioni di euro e debiti per 27,1 milioni, i due dati più bassi a livello nazionale in valore assoluto. La Valle d'Aosta è tra le 13 regioni italiane a registrare un saldo negativo, con un rosso di 13,6 milioni di euro, il più contenuto d’Italia assieme al Friuli-Venezia Giulia. 

Altro fattore preso in considerazione dal rapporto è il volume dell'erogazione di ricoveri e prestazioni specialistiche da parte di strutture private, un indicatore della presenza e della capacità attrattiva del privato accreditato. La Valle d'Aosta si colloca in 16esima posizione, con le strutture private che erogano il 19 percento del valore totale della mobilità sanitaria attiva regionale, contro una media nazionale del 54 percento.