Venezia

Uccise la fidanzata incinta: confermati in appello i 30 anni di carcere

Nel 2017 Irina Bacal fu colpita con pietra e poi strangolata dall'ex fidanzato Mihail Savciuc

Uccise la fidanzata incinta: confermati in appello i 30 anni di carcere
I 30 anni di carcere comminati in primo grado sono stati confermati dalla Corte d'Assise d'Appello di Venezia. Nessuno sconto di pena per Mihail Savciuc, il 20enne moldavo che il 19 marzo del 2017 a Vittorio Veneto (Treviso) ha ucciso, secondo l'accusa, l'ex fidanzata Irina Bacal. La vittima, sua coetanea e al settimo mese di gravidanza, fu colpita con una grossa pietra e poi strangolata. Il cadavere venne poi occultato in un boschetto.

In primo grado il giudice aveva condannato Savciuc anche a risarcire la madre della ragazza con una provvisionale di 200mila euro e la sorella Cristina con 80mila. Martedì mattina, dopo un'ora e mezza di camera di consiglio, i giudici della Corte d'Assise d'Appello hanno confermato la pena e le provvisionali. La difesa ha annunciato che ricorrerà in Cassazione