Era malato da tempo

E' morto Bernardo Bertolucci, grande maestro del cinema

Suoi capolavori come 'Novecento' e 'Ultimo tango'. Con "L'ultimo imperatore" vinse nove premi Oscar tra i quali regia e sceneggiatura

Il grande regista era nato a Parma nel 1941, e alla sua città rimase sempre molto legato. Primogenito del poeta Attilio che lo incoraggiò a pubblicare la prima raccolta In cerca del mistero con cui vinse nel '62 il Premio Viareggio. Nello stesso anno Bernardo debuttava come regista con "La commare secca" da un racconto di Pasolini, conquistandosi due anni più tardi, con "Prima della rivoluzione", la fama incontrastata di miglior autore di una nuova generazione di cineasti in cui l'ispirazione creativa va di pari passo con l'impegno civile.

Dopo anni di sperimentazione tra il Living Theatre e Sergio Leone (per cui scrisse insieme a Dario Argento il soggetto di C'era una volta il west) acquisì statura internazionale nel 1970 con due capolavori: "Strategia del ragno" e "Il conformista" dal racconto dell'amico Alberto Moravia. Due anni dopo scandalizzava il mondo intero con "Ultimo tango a Parigi" (mandato al rogo in Italia nel '76 con sentenza definitiva). E nello stesso 1976 saldava la sua anima poetica, fortemente legata alla terra natale, e quella internazionale, figlia degli umori americani e del cinema inteso come prodigio meraviglioso, firmando il fluviale "Novecento" diviso in due atti.

Dopo alcune regie minori in cui, vedi "La luna" del '79, dedica un atto d'amore al prediletto melodramma, si trasferisce a Londra, adottato da Hollywood a cui regala la trilogia esotica, i nove Oscar de "L'ultimo imperatore", il viaggio disperato del "Te' nel deserto", la pace interiore del "Piccolo Buddha".

Rientrato in Italia con rinnovato desiderio di coglierne l'inquietudine con l'occhio ormai distaccato del grande viaggiatore stava preparando un Novecento Atto III destinato a concludersi alle soglie del nuovo secolo. Cineasta sapiente, fedele ai collaboratori (dal montatore Kim Arcalli al fotografo Vittorio Storaro alla costumista Gabriella Pescucci), innamorato del bello e del lirico, Bertolucci ha piegato tutto il suo cinema al gusto del melodramma e alla fisicità della vita in cui va ricercata una pace interiore che forse coincide con la meditazione buddista.

Paolo Baratta: "Sarà ricordato tra i più grandi del cinema"
E' questo il commento del presidente della Biennale di Venezia, Paolo Baratta, che ricorda il grande regista "presente in numerose occasioni alla Mostra del Cinema fin dal suo film d'esordio "La commare secca (1962), poi presidente di Giuria nel 1983 e nel 2013, e Leone d'oro alla carriera nel 2007".

Alberto Barbera: "Punto di riferimento, non solo italiano"
"Bernardo Bertolucci ha dimostrato una cosa: che si può essere grandi senza compromessi, senza svendersi". Così Alberto Barbera, direttore artistico del Festival del Cinema di venezia, raggiunto telefonicamente dall'agenzia. "Bertoluci è stato maestro di una generazione e, soprattutto, un punto di riferimento non solo per gli Italiani - continua Barbera - In futuro chi cercherà di capire cosa sia stata l'Italia nella seconda metà del Novecento dovrà guardare inevitabilmente a lui. E questo per la sua sensibilità di cogliere le più profonde dinamiche della realtà".