Indagini sui casi di infezione da "Mycobacterium Chimaera"

Batterio Killer, dopo Vicenza anche Treviso: nuova morte sospetta

Altri decessi in Veneto potrebbero essere messi in relazione ad interventi al cuore

L'allarme si allarga. C'è timore per il batterio mortale "Chimaera", che può annidarsi in un tipo di macchinario usato in sala operatoria per la circolazione extracorporea del sangue.

Quattro casi in Veneto. Sospetti sul batterio "killer" Chimaera
Dopo la morte del medico vicentino si indaga su altri casi di infezione in Veneto - due pazienti infettati al San Bortolo di Vicenza, un paziente deceduto al Ca' Foncello di Treviso - che potrebbero essere messi in relazione con interventi chirurgici eseguiti in circostanze simili a quelle per cui hanno fatto un esposto i familiari del medico Paolo Demo, 66 anni, morto dopo un'operazione all'ospedale San Bortolo di Vicenza. L'azienda costruttrice sostiene di avere avvertito le autorità sanitarie già anni fa del rischio di infezione e della necessità di una disinfezione accurata dell'apparecchiatura.

Il caso di Treviso. Vittima il pensionato Gianni De Lorenzi
Si indaga anche sul caso di un paziente, il pensionato Gianni De Lorenzi, ex assessore al Comune di Nervesa della Battaglia, deceduto, che nel 2011 subì un intervento al cuore nel reparto di cardiochirurgia del Cà Foncello di Treviso. Ora, dopo essere venuti a conoscenza dei casi vicentini, i familiari del paziente si sono rivolti ai legali di fiducia.

Il macchinario sotto accusa
Sotto accusa c'è sempre il macchinario per la circolazione extracorporea utilizzato in molte sale operatorie degli ospedali veneti, (ma anche negli ospedali di molti altri Paesi) nel quale potrebbe annidarsi il batterio killer.

La diffusione negli Stati Uniti
Negli USA negli anni scorsi si registrarono alcuni decessi di pazienti operati al cuore che successivamente contrassero  il batterio Chimaera.

Due anni fa l'azienda produttrice diffuse un protocollo con le linee guida per l'utilizzo dei macchinari
Nel 2016 l'azienda produttrice intervenne e avvisò del pericolo di contaminazione stendendo un protocollo di sicurezza per evitare i contagi, che consisteva, tra l'altro, nella sanificazione, preintervento degli stessi macchinari. Nel 2016 a Ginevra erano state presentate le nuove linee guida mondiali per la prevenzione dei siti chirurgici. Le linee guida comprendono 13 raccomandazioni da applicare prima di ciascun intervento e 16 per la prevenzione delle infezioni durante e dopo l’intervento chirurgico. Si tratta di indicazioni che riguardano sia la pulizia del paziente e la sterilizzazione delle mani prima di entrare in sala operatoria, ma anche l'utilizzo di antibiotici per prevenire le infezioni, quali disinfettanti utilizzare prima dell’incisione e quali punti di sutura applicare.

L'intervento della Regione Veneto
Lo scorso 16 ottobre la Regione Veneto aveva anche emanato un decreto con indicazioni per la prevenzione e la gestione delle infezioni da micobatterio Chimaera associate agli interventi churugici con utilizzo dei dispositivi di riscaldamento /raffreddamento.

Il punto in questione: le Ulss hanno applicato in modo corretto le indicazioni?
Nella vicenda che riguarda i pazienti deceduti in Veneto uno degli elementi da chiarire sarà quello che riguarda la correttezza dell'utilizzo da parte delle Ulss  dei macchinari in questione.