Non sono ammalati, ma entrati in contatto con casi positivi al coronavirus

Veneto, emergenza ospedali. Troppi medici e infermieri in quarantena

A casa già quattrocento dipendenti tra le varie Ulss della Regione. La soluzione proposta: tornare al lavoro e eseguire il tampone tutti i giorni

Veneto, emergenza ospedali. Troppi medici e infermieri in quarantena
Tra gli effetti più immediati del propagarsi del contagio c'è questo: la carenza di medici e gli infermieri.

L'allarme della Regione: meno 400 
L'allarme lo lancia la Regione: sono 400 gli operatori sanitari veneti che in queste ore si trovano in quarantena. Troppi per garantire il regolare funzionamento dei reparti.

Sono dipendenti quasi tutti negativi al tampone
Si tratta di dipendenti che sono quasi tutti negativi al tampone del coronavirus, e sono asintomatici. Sono però entrati in contatto con pazienti contagiati, e per questo motivo per loro è scattata la misura preventiva con l'isolamento domiciliare fiduciario per 14 giorni.

Le richieste di Zaia e Lanzarin: cambiare la norma, con quarantena solo volontaria e tampone quotidiano 
Il presidente veneto Luca Zaia e l'assessore alla sanità Lanzarin chiedono al Governo che la norma venga modificata, con una quarantena su base volontaria, e tampone quotidiano per chi scelga di continua a lavorare, per controllare la eventuale comparsa del virus.

Andrea Grisanti: si rischia di dovere chiudere interi ospedali
L'allarme personale arriva anche da Andrea Grisanti, direttore dell'unità operativa di Microbiologia e Virologia dell'Azienda Ospedaliera di Padova, che  spiega: si rischia di dovere chiudere interi ospedali. A Treviso l'Ulss 2 Marca Trevigiana  sono state sospese le ferie . A Feltre rinviati interventi chirurgici , a Santorso, nel vicentino, 60 sono i dipendenti in isolamento. A Venezia poi sono fermi 290 operatori dell'ospedale. A Padova chiusi tre reparti per contagi e quarantene". 

Verificare quotidianamente  l'eventuale insorgere della malattia
La soluzione - spiega Andrea Grisanti- potrebbe essere quella di mantenere comunque in servizio chi è negativo e asintomatico sottoponendolo tutti i giorni al test per due settimane, in modo da verificare continuamente l'eventuale insorgere della malattia.