I dati riferiti al primo trimestre 2020

Porto di Venezia: traffici in calo del 10% per il coronavirus

Crolla il mercato delle crociere (-65%): meno di 6.000 passeggeri in tre mesi

Porto di Venezia: traffici in calo del 10% per il coronavirus
Dati preoccupanti
Il volume di traffici del porto di Venezia nel primo trimestre 2020 segna un -10,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
In calo rispetto al 2019 tutti i principali dati aggregati riferiti al traffico merci di prodotti petroliferi (-1,4%), rinfuse minerarie e alimentari (-32,2%), general cargo (-3,2%), mentre i container (-2,1%) hanno tenuto meglio di altri comparti.
Per quanto riguarda il forte calo della movimentazione del carbone (-300.000 tonnellate), si segnala che questo dipende dalla futura riconversione a gas della centrale Palladio, in osservanza delle indicazioni contenute nella Strategia Energetica Nazionale.

Crollano le crociere: solo 5.653 passeggeri in tre mesi
Le toccate complessivamente segnano un -6,2% rispetto ai primi tre mesi del 2019. Crolla del 65,7% il numero dei crocieristi: soli 5.653 passeggeri nei primi mesi 2020. Cala del 43,4% anche il numero dei passeggeri dei traghetti.
Anche al Porto di Chioggia calano il volume di traffici (-35,8%), del 67,6% i general cargo e del 7,8% i prodotti petroliferi.

Musolino: "In arrivo un ulteriore calo dell'export" 
"Il fenomeno pandemico - spiega Pino Musolino, presidente del Sistema Portuale - finisce per aggravare la situazione. E' il caso dell'agroalimentare, dove le variazioni delle rotte commerciali sono dovute specie ad aumenti repentini di prezzo delle materie prime e ad un aumento delle operazioni speculative".
"A marzo - continua Musolino - a fronte di un -29,9% dell'import c'è un +5,2% dell'export. E' il segnale che le aziende stanno producendo andando ad esaurire le materie prime rimaste, è prevedibile quindi un ulteriore e significativo calo dell'export nei prossimi mesi quando le scorte saranno esaurite. Ora dovrebbero essere sostenute tutte le imprese e le attività, per permettere di essere attivi e reattivi al momento del rebound, che si spera arrivi entro il 2020".
"Ci attendono mesi difficili ma non dobbiamo disperare, anzi occorre lavorare uniti per riguadagnare competitività e recuperare il terreno perduto nel più breve tempo possibile."