Passi avanti che rendono possibile intervenire in una fase pre-motoria

Un tampone nasale per fermare il parkinson. A Verona il nuovo studio

Pazienti con disturbi del sonno e deficit dell'olfatto sottoposti a brushing nasale. Identificata l'alfa-sinucleina patologica, proteina che causa la malattia

Un tampone nasale per fermare il parkinson. A Verona il nuovo studio
Un tampone nasale capace di prevedere il Parkinson, prima che la malattia si manifesti con i disturbi motori. E' il risultato del lavoro di un team di scienziate e scienziati di livello internazionale, coordinati dall'Università di Verona, capace di implementare un tampone nasale per prevedere il Parkinson e fermare il progresso della malattia in una fase pre-motoria o di rallentare lo sviluppo verso la malattia conclamata. 

Identificata l'alfa-sinucleina patologica, proteina che causa il Parkinson, in pazienti affetti da disturbi del sonno
A renderlo possibile alcuni scienziati dell'università di Verona che, sottoponendo a tampone nasale alcuni pazienti affetti da disturbi comportamentali del sonno, hanno identificato l'alfa-sinucleina patologica, proteina che causa la malattia di Parkinson. Poiché i disturbi comportamentali del sonno (iRBD), insieme ai disturbi dell'olfatto, fanno parte delle manifestazioni precliniche della malattia di Parkinson.

 La novità: in una fase in cui non sono presenti i disturbi motori, il processo patologico è già attivo
La novità consiste nell' aver dimostrato che in una fase in cui non sono presenti i disturbi motori il processo patologico è già attivo. La ricerca è stata pubblicata tra le Editor's choice della rivista internazionale Brain.   

Brushing nasale su 63 pazienti con iRBD
Sono stati sottoposti a brushing nasale 63 pazienti con iRBD ed il 45% presentava una positività del tampone per l'alfa-sinucleina patologica e di questi il 78% presentava un deficit dell'olfatto e nei soggetti negativi solo il 22% presentava deficit olfattorio.

La correlazione tra positività al brushing nasale ed i sintomi preclinici di malattia di Parkinson
Quindi i dati ottenuti mostrano una correlazione tra positività al brushing nasale ed i sintomi preclinici di malattia di Parkinson. "Lo studio -ha spiegato Gianluigi Zanusso, docente di Neurologia nel dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento e coordinatore del lavoro - è iniziato tre anni fa e, Covid-19 permettendo, stiamo programmando un follow-up clinico dei pazienti per vedere quali e quanti abbiamo sviluppato i sintomi della malattia di Parkinson". 

A coordinare lo studio il professor Gianluigi Zanusso, docente di Neurologia
Lo studio è stato coordinato dal gruppo del professor Zanusso, in collaborazione con i gruppi più autorevoli in Europa in tema di disturbi del sonno, i colleghi neurologi dell'Università di Innsbruck, in particolare dalla dottoressa Ambra Stefani e dal professor Werner Poewe, un'autorità nella malattia di Parkinson, e dai colleghi dell' Università di Barcellona.

"Un notevole passo avanti nella ricerca"
 "Questi risultati - aggiunge Zanusso - rappresentano un notevole passo avanti nella ricerca, in quanto l'evidenza dell'alfa-sinucleina patologica in una fase preclinica permetterebbe di poter fermare la malattia in una fase pre-motoria o di rallentarne lo sviluppo verso la malattia di Parkinson conclamata. Infatti, la ricerca della cura è indirizzata ad ottenere farmaci specifici che blocchino la propagazione dell'alfa-sinucleina patologica nel cervello, determinando un danno a carico dei neuroni delle aree deputate al controllo motorio con conseguente sviluppo dei sintomi motori tipici della malattia di Parkinson".  "Sottolineo due aspetti di merito importanti" - prosegue Zanusso - il primo che il tampone nasale è stato inventato dal nostro gruppo di Verona, diretto dal professor Salvatore Monaco, e ottimizzato dal dottor Luca Sacchetto dell'Università di Verona ed il secondo che la metodica diagnostica che permette di rilevare la presenza dell'alfa-sinucleina patologica è stata messa a punto dalla dottoressa Matilde Bongianni, coadiuvata dalla dottoressa Daniela Perra, dal dottor Michele Fiorini e il dottor Stefano Capaldi dell' Università di Verona. Ad oggi, solo un numero limitato di laboratori al mondo è in grado di eseguire questa analisi di amplificazione ed in questo campo ci riteniamo dei leader. Ringraziamo la Fondazione Cariverona che ha finanziato e creduto nella nostra ricerca, il Lions Club Verona Europa, e tutti i colleghi che hanno collaborato nello studio". (Red-Dac  /Adnkronos)