L'attacco lo affonda la Croazia: da Zagabria è partita la richiesta alla Commissione Europea per la procedura di riconoscimento della menzione tradizionale del suo 'Prosěk'. Nome e suono pressoché identico a quello delle bollicine nazionali più vendute al mondo e polemiche inevitabili.
Anche la politica è in fermento. Protesta il presidente della Regione Zaia, ma anche gli europarlamentari a Bruxelles, come Paolo De Castro, membro della commissione Agricoltura, con una lettera al commissario all'Agricoltura Wojciechowski: "Non possiamo tollerare che la denominazione protetta 'Prosecco', una delle più emblematiche a livello Ue, diventi oggetto di imitazioni e abusi", scrive. Il suo monito, condiviso anche dalla Docg Conegliano Valdobbiadene. Insomma le bollicine venete sono pronte a dare battaglia.
Per la Coldiretti, quello croato "è un attacco al Made in Italy
e al prosecco nazionale che è il vino più esportato nel mondo,
ma anche il più imitato".
All'erta anche il Consorzio Doc: "Non ho dubbi che la questione si risolverà a nostro favore, ma questo rischia di costituire un precedente gravissimo", - dice il Presidente Stefano Zanette, preoccupato per una richiesta che, spiega, - è capace di minare alla radice tutto l'impianto delle Indicazioni geografiche europee".
Anche la politica è in fermento. Protesta il presidente della Regione Zaia, ma anche gli europarlamentari a Bruxelles, come Paolo De Castro, membro della commissione Agricoltura, con una lettera al commissario all'Agricoltura Wojciechowski: "Non possiamo tollerare che la denominazione protetta 'Prosecco', una delle più emblematiche a livello Ue, diventi oggetto di imitazioni e abusi", scrive. Il suo monito, condiviso anche dalla Docg Conegliano Valdobbiadene. Insomma le bollicine venete sono pronte a dare battaglia.
Il servizio di Maura Bertanzon